La serata è stata organizzata
per chiedere al Prof. Ugo Amaldi, fisico del CERN di Ginevra
di presentare pubblicamente la propria posizione sul tema dei possibili
rapporti fra scienza, filosofia e teologia. Ne è nato un bel dialogo a più
voci dove il professore ha interagito con molti dei presenti, prestandosi
al confronto con generosità. Ugo Amaldi ha basato il suo intervento su
un saggio, da lui pubblicato sulla rivista "Nova et Vetera", intitolato
"Scienza, trascendenza orizzontale e trascendenza verticale".
L'inizio della relazione è cominciato con la messa in luce del fatto che
l'intelletto umano ha come tre facce, che si compongono in un'unità armonica,
ma che affrontano situazioni differenti.
“
Chiamo queste tre facce - ha
cominciato Amaldi -
razionalità, ragionevolezza
e ragione”.
A questi
tre aspetti corrispondono tre tipi di questioni diverse: le domande
scientifiche (i problemi), gli interrogativi esistenziali e le questioni
filosofiche. È chiaro che le grandi domande dell'uomo sono molte:
la più importante è probabilmente quella sull'esistenza di Dio, ma da
sempre il genere umano cerca di rispondere con la razionalità ai problemi,
con la ragionevolezza agli interrogativi esistenziali, con la ragione
alle questioni filosofiche.
Importante notare che il nostro intelletto, quando tratta questi tipi di
domande usa criteri di verità diversi.
Per i problemi, i criteri di verità sono quelli scientifici, segnati
dalla possibilità di misurazione,di riproduzione del fenomeno, ecc.
“
La nostra società - ha detto il professor
Amaldi -
è tipicamente
scientifica e tecnologica: la scienza acquista un rilievo sempre
più determinante ed è bene considerare e sapere come essa proceda”.
Molti scienziati, però, ritengono che la scienza stessa sia tutto e
che non si possa parlare e indagare con successo altro che non sia
misurabile e quantificabile (è la posizione del vecchio e del nuovo
positivismo).
Per fare affermazioni valide nel campo della filosofia
e dell'etica, però, si compie un passo di trascendenza orizzontale:
le conseguenze sono che l'etica non può e non deve essere governata
dalla scienza e poi che non ci si può basare esclusivamente su dati
scientifici per fare considerazioni globali ed esistenziali che
risulterebbero ingiustificate, data la differenza dei criteri veritativi.
Un passo decisivo è poi quello denominato trascendenza verticale: è
il passo della fede. Nella storia della filosofia ci sono stati molti
tentativi di giustificare questo passo,“
ma
tutte queste vie
- ha commentato
Amaldi -
non sono indicative di Dio. Infatti l'uomo è il risultato di una
selezione naturale, è perfettamente integrato nel mondo, ragion per cui
ritengo che le prove che partono dalla considerazione della natura non
siano valide”.
C'è però un segno di qualcosa di diverso dal mondo, che
contrasta con la natura, tendente alla selezione delle specie più forti
(la “freccia evolutiva darwiniana”, secondo le parole del professore):
è il segno dell'amore dei nemici predicato da alcuni grandi personaggi
del passato (Cristo, ma anche Buddha). Qui si può intravedere il
passaggio verso qualcosa di più grande, qualcosa che non parte
dall'uomo, ma che parte da Dio.
"
I segni di Dio, infatti
- ha concluso Amaldi -
vanno letti: se uno li accetta
capisce qualcosa anche dell'essenza di Dio. Cosa ci può dire
il fatto che bisogna amare i nemici? Io penso che ci dica che Dio
è Amore".
Articolo redatto da Massimo Donaddio per “
L'Azione”,
pubblicato in data 20 Gennaio 2001.