"L'odierna celebrazione invita tutti noi ad accogliere il messaggio che Pier Giorgio Frassati trasmette agli
 uomini del nostro tempo, soprattutto a voi, giovani, desiderosi di offrire un concreto contributo di rinnovamento 
 spirituale a questo nostro mondo, che talora sembra sfaldarsi e languire per mancanza di ideali. 
Egli proclama, con il suo esempio, che è beata la vita condotta nello Spirito di Cristo, Spirito delle Beatitudini, 
e che soltanto colui che diventa "uomo delle beatitudini" riesce a comunicare ai fratelli l'amore e la pace.
 Ripete che vale veramente la pena sacrificare tutto per servire il Signore. Testimonia che la santità è possibile
  per tutti e che solo la rivoluzione della Carità può accendere nel cuore degli uomini la speranza di un futuro 
  migliore… 
Certo a uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane moderno pieno di vita, non presenta
 granché di straordinario. Ma proprio questa è l'originalità della sua virtù, che invita a riflettere e che spinge
  all'imitazione.
In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si fondono armonicamente, tanto che l'adesione al Vangelo si traduce 
in attenzione amorosa ai poveri e ai bisognosi, in un crescendo continuo sino agli ultimi giorni della malattia 
che lo porterà alla morte. Il gusto del bello e dell'arte, la passione per lo sport e per la montagna, l'attenzione 
ai problemi della società non gli impediscono il rapporto costante con l'Assoluto.
Tutta immersa nel mistero di Dio e tutta dedita al costante servizio del prossimo: così si può riassumere la sua
 giornata terrena! 
La sua vocazione di laico cristiano si realizzava nei suoi molteplici impegni associativi e politici, in una
 società in fermento, indifferente e talora ostile alla Chiesa. La potenza dello Spirito di verità lo ha reso 
 moderno testimone della speranza, che scaturisce dal Vangelo e dalla grazia di salvezza operante nel cuore dell'uomo.
  E' diventato così il testimone vivo e il difensore coraggioso di questa speranza a nome dei giovani del XX secolo. 
La fede e la carità, vere forze motrici della sua esistenza, lo resero attivo ed operoso nell'ambiente in cui visse,
 in famiglia e nella scuola, nell'università e nella società; lo trasformarono in gioioso ed entusiasta apostolo di 
 Cristo, in appassionato seguace del suo messaggio e della sua carità. 
Il segreto del suo zelo apostolico e della sua santità è da ricercare nell'itinerario ascetico e spirituale da lui
 percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del Santissimo Sacramento, nella sua sete
  della parola di Dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche
   familiari; nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per 
   il silenzio e la "normalità" dell'esistenza. 
E' proprio in questi fattori che ci è dato scoprire la sorgente profonda della sua vitalità spirituale.
Egli è l'uomo "interiore" amato dal Padre, perché ha molto amato. Egli è anche l'uomo del nostro secolo, l'uomo 
moderno, l'uomo che ha tanto amato!
Non è forse l'amore la cosa più necessaria al nostro secolo al suo inizio come alla sua fine? Non è forse vero 
che soltanto ciò resta senza mai perdere la sua validità: il fatto che ha amato? Egli se ne andato giovane da 
questo mondo, ma ha lasciato un segno nell'intero secolo, e non soltanto in questo nostro secolo. Egli se ne è
 andato da questo nostro mondo, ma, nella potenza pasquale del suo Battesimo può ripetere a tutti, in particolar 
 modo alle giovani generazioni di oggi e di domani: "Voi mi vedrete, perché io vivo - e voi vivrete". (Gv 14,19).
 Queste parole furono pronunciate da Gesù Cristo, mentre si congedava dagli Apostoli, prima di affrontare la 
 Passione. Mi piace raccoglierle dalla bocca stessa del novello Beato, quale suadente invito a vivere di Cristo, 
 in Cristo. Ed è invito valido tuttora, valido anche oggi, soprattutto per i giovani di oggi. Valido per tutti noi.
  Invito valido che ci ha lasciato Pier Giorgio Frassati."
Giovanni Paolo II 
Roma, San Pietro,  20 Maggio 1990