Simone Weil



Sale della terra e luce del mondo...

Simone Weil e la sua opera


Lavoro, morte e obbedienza: questa triade tesse la trama dell'esistenza di Simone Weil, nell'alternativa di una risposta di "consenso" o di "rivolta"; l'esperienza del lavoro, della morte e dell'obbedienza costituisce "lo sradicamento supremo, istantaneo da ciò che ognuno chiama 'io'". L'approdo alla solidarietà con il dolore e con la fatica -raffigurata dal lavoro- fu per la Weil la mistica cristiana, nell'incontro con il Dio di Gesù Cristo, un Dio crocifisso. Epilogo del suo cammino terreno furono quegli ultimi giorni di dura sofferenza presso il sanatorio, quando un'amica le amministrò, in punto di morte, quel battesimo della fede cristiana che Simone Weil aveva sempre esitato a ricevere lungo il suo cammino terreno. Scrittrice, drammaturga, pensatrice in politica e in teologia, la Weil sfugge a qualsiasi classificazione: ebrea, ma si avvicinò alla fede cristiana, socialista seppur revisionista, molto legata al sindacalismo rivoluzionario non fu tuttavia propriamente "anarchica". Un cenno particolare merita l'interpretazione del pensiero di Marx. Simone Weil ne giustifica il materialismo di fondo, ma critica negativamente gli "elementi mitologici" e l'"atteggiamento messianico" dell'ideologia comunista: la concezione progressista della storia e l'uguaglianza nel benessere. "… Si tratta di un atteggiamento messianico che, generalmente, non accompagna la scienza e ha piuttosto un carattere mitologico. Questo spinge i comunisti a rimandare alle calende greche la realizzazione del loro Stato perché, comunque, il successo è assicurato (stesso ruolo di Dio concepito come esterno)". Questa citazione è tratta da "Lezioni di Filosofia" in cui assume rilevanza significativa la concezione che la Weil attribuisce al compito dell'insegnante, chiamato ad avviare progressivamente i giovani alla conoscenza della verità evitando forme anche inconsapevoli e occulte di indottrinamento. "Quando Menelao si trovò davanti Proteo si lanciò, dice il mito omerico, e lo catturò; ma subito Proteo si fece leone, pantera, drago, acqua corrente, albero verdeggiante. Fu necessario che Menelao domasse Proteo e lo costringesse a prendere la sua propria forma: allora Proteo disse a Menelao la verità". Tale è l'avventura umana secondo la Weil. L'esercizio metodico del linguaggio aiuta la mente ad appropriarsi del mondo, a "domare Proteo", in modo simbolico, a rappresentare il reale che si realizza pienamente solo attraverso l'azione: "Il lavoro manuale deve diventare il valore supremo, non certo per il suo rapporto con ciò che produce, bensì per il suo rapporto con l'uomo che lo esegue; non deve essere oggetto di onori o di ricompense, bensì costituire per ogni essere umano ciò di cui ha bisogno nel modo più essenziale affinché la sua vita assuma per se stessa un senso e un valore ai suoi propri occhi". Simone Weil, insegnante d'eccezione, lontana da regole e da astratti tecnicismi, suscitò una profonda impressione nelle allieve. Testimonia la profondità di tali rapporti la fitta corrispondenza che mantenne con alcune di loro. In questo scambio di lettere, si mostra premurosa, dà consigli su come organizzare gli studi e migliorare le condizioni di vita, offre pensieri sul versante politico. "Piccola cara, sono proprio contenta di avere sue notizie. Al pari di lei, credo anch'io che si vada verso la dittatura: l'effervescenza fascista nella Haute-Loire è tuttavia un fenomeno locale. Nel paese i gruppi fascistoidi restano tranquilli; il governo, al contrario è singolarmente indulgente verso l'agitazione socialista e comunista. (...) Data la situazione sono ben decisa a non partecipare più a niente nell'ambito sociale e politico, tranne due eccezioni: la lotta anticoloniale e la lotta contro le manovre di difesa passiva". Nel contempo, richiama l'attenzione sull'attività, raccomandando di svolgere bene le occupazioni che si è chiamati a fare, perché in ciò risiede l'importanza dell'istruzione. Istruzione, educazione e cultura sono strettamente legate. La conoscenza è l'oggetto dell'istruzione. Lo sviluppo delle "capacità attentive" è compito della cultura, mentre lo scopo precipuo dell'educazione è suscitare nell'alunno la motivazione ad apprendere. In tale ottica, acquista grande importanza il metodo, che prepara l'alunno, attraverso l'esercizio, ad un tipo superiore di attenzione e, successivamente, all'astrazione. Gli schemi di lezione mostrano come, procedendo dall'esperienza corporea, si approdi alla scoperta dello spirito, alla morale, all'estetica. La presentazione dei contenuti filosofici, come si è visto, si articola lentamente, partendo dalla lettura diretta delle opere, estendendosi a testi teatrali e letterari. Molta importanza è data anche all'oralità, allo scambio di opinioni, come nella migliore tradizione platonica. A questo proposito Simone Weil ci parla del "Il valore vero della cultura", che "consisterebbe nel preparare alla vita reale, nell'armare l'uomo perché possa intrattenere, con questo universo che ha avuto in sorte e con i suoi fratelli la cui condizione è identica alla sua, rapporti degni della grandezza umana". Fulminante è Simone Weil quando ci parla dell'irruzione della dimensione mistica nella vita, in specie in quella svuotata di senso dell'operaio che lei ha visto da vicino: quando non rimane nulla, si può dire semplificando, ecco l'humus ideale per l'avvento di Dio. Per descrivere l'attesa di Dio la Weil ci lascia queste parole: "Non avevo mai letto nulla dei mistici, perché non avevo mai sentito nulla che mi imponesse di leggerli. Infatti anche nelle letture mi son sempre sforzata di praticare l'obbedienza. Nulla è più favorevole al progresso intellettuale, poiché io leggo, per quanto è possibile, soltanto ciò di cui ho fame nel momento in cui io ho fame, e allora non leggo: mi nutro".

Silvia Poletti e Marco Grandi