“Uomo primate o primato dell'uomo?”

Terzo incontro


Nel nostro ultimo incontro abbiamo potuto apprezzare il contributo del dott. Maurizio Leigheb, antropologo, il quale ha tenuto una interessante relazione ottimamente inserita all’interno del percorso culturale.
Sono ormai trentacinque anni che il prof. Leigheb effettua viaggi in tutto il mondo a contatto con le popolazioni primitive accumulando una vasta esperienza; con una piacevole dialettica, il relatore ha spiegato come la conoscenza antropologica sia lo strumento che ci consente di ereditare ciò che il passato ci regala e di conoscere quindi le diversità. “L’antropologia come specchio dell’uomo nella sua molteplicità”, è sicuramente questo il messaggio forte che è emerso dalla conferenza. È risultato chiaro come fino a pochi anni fa si pensasse in modo eurocentrico; oggi invece si è visto che vi sono molte culture che hanno valenza propria e che dunque ogni valore diventi relativo al proprio contesto culturale.
Di sicuro effetto è risultato il passaggio dove Leigheb spiegava come esistano molte culture dove gli individui si riferiscono a se stessi sempre come “i veri uomini”: diffuso è infatti l’etnocentrismo che porta a considerare “l’altro” come selvaggio.
Il pubblico ha saputo poi stimolare il relatore chiedendo quali siano le qualità che differenziano l’uomo dagli altri animali. Sicura è stata la risposta da parte di Leigheb: la presenza di un raziocinio più sviluppato, i sentimenti, capacità di produrre idee e rappresentazioni del mondo; l’uomo ha bisogno di elaborare concezioni religiose o magico-religiose per rispondere a tutti i bisogni della vita: non esistono popoli senza un concetto di soprannaturale.



Articolo redatto da Matteo Frogiarini per “L'Azione”, pubblicato in data 17 Marzo 2001