"Fra scienza, filosofia e teologia"
Conferenza con il Prof. Ugo Amaldi


Martedì 16 gennaio ha avuto luogo, nella Sala Maddalena presso il Palazzo Vescovile, un incontro-dibattito con il professor Ugo Amaldi, fisico del CERN di Ginevra. La serata è stata organizzata dai giovani della Nuova Regaldi (area scientifica), che avevano chiesto al relatore di presentare pubblicamente la propria posizione sul tema dei possibili rapporti fra scienza, filosofia e teologia. Ne è nato un bel dialogo a più voci dove il professore ha interagito con molti dei presenti, prestandosi al confronto con generosità. Ugo Amaldi ha basato il suo intervento su un saggio, da lui pubblicato sulla rivista “Nova et Vetera”, intitolato “Scienza, trascendenza orizzontale e trascendenza verticale”.

L’inizio della relazione è cominciato con la messa in luce del fatto che l’intelletto umano ha come tre facce, che si compongono in un’unità armonica, ma che affrontano situazioni differenti.«Chiamo queste tre facce – ha cominciato Amaldi –razionalità, ragionevolezza e ragione». A questi tre aspetti corrispondono tre tipi di questioni diverse: le domande scientifiche (i problemi), gli interrogativi esistenziali, le questioni filosofiche. È chiaro che le grandi domande dell’uomo sono molte: la più importante è probabilmente quella sull’esistenza di Dio, ma da sempre il genere umano cerca di rispondere con la razionalità ai problemi, con la ragionevolezza agli interrogativi esistenziali, con la ragione alle questioni filosofiche.

Importante notare che il nostro intelletto, quando tratta questi tipi di domande usa criteri di verità diversi.

Per i problemi, i criteri di verità sono quelli scientifici, segnati dalla possibilità di misurazione,di riproduzione del fenomeno, ecc.«La nostra società – ha detto il professor Amaldi – è tipicamente scientifica e tecnologica: la scienza acquista un rilievo sempre più determinante ed è bene considerare e sapere come essa proceda». Molti scienziati, però, ritengono che la scienza stessa sia tutto e che non si possa parlare e indagare con successo altro che non sia misurabile e quantificabile (è la posizione del vecchio e del nuovo positivismo). Per fare affermazioni valide nel campo della filosofia e dell’etica, però, si compie un passo di trascendenza orizzontale: le conseguenze sono che l’etica non può e non deve essere governata dalla scienza e poi che non ci si può basare esclusivamente su dati scientifici per fare considerazioni globali ed esistenziali che risulterebbero ingiustificate, data la differenza dei criteri veritativi.

Un passo decisivo è poi quello denominato trascendenza verticale: è il passo della fede. Nella storia della filosofia ci sono stati molti tentativi di giustificare questo passo,«ma tutte queste vie – ha commentato Amaldi – non sono indicative di Dio. Infatti l’uomo è il risultato di una selezione naturale, è perfettamente integrato nel mondo, ragion per cui ritengo che le prove che partono dalla considerazione della natura non siano valide». C’è però un segno di qualcosa di diverso dal mondo, che contrasta con la natura, tendente alla selezione delle specie più forti (la “freccia evolutiva darwiniana”, secondo le parole del professore): è il segno dell’amore dei nemici predicato da alcuni grandi personaggi del passato (Cristo, ma anche Buddha). Qui si può intravedere il passaggio verso qualcosa di più grande, qualcosa che non parte dall’uomo, ma che parte da Dio.«I segni di Dio, infatti – ha concluso Amaldi – vanno letti: se uno li accetta capisce qualcosa anche dell’essenza di Dio. Cosa ci può dire il fatto che bisogna amare i nemici? Io penso che ci dica che Dio è Amore».



Massimo Donaddio