Giornata dedicata a Gianna Beretta Molla


La testimonianza eccezionale dell’ingegner Pietro Molla, marito della beata Gianna Beretta Molla, è stata il cuore della giornata vissuta dai giovani della Nuova Regaldi a Mesero (MI), domenica 18 febbraio. In un appassionato e spontaneo dialogo con gli universitari Pietro Molla ha ripercorso i tratti salienti della figura della moglie Gianna, beatificata dalla Chiesa nel 1994, poco più di trent’anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1962 mentre rinunciava alla propria vita per salvare quella della bambina che aveva portato in grembo.«La parola chiave per descrivere la vita di Gianna – ha detto il marito della beata – è “amore”: Gianna è vissuta nell’amore e nel servizio. Ha trovato la gioia piena nell’amore per Dio, per gli altri, per il creato». Uno dei grandi “segreti” della vita di Gianna Beretta Molla è stato il sapere coniugare armonicamente l’amore per Dio e l’amore per gli altri in una sintesi di fede, di cultura, di entusiasmo che deve anche molto, come è stato riconosciuto da più parti, al retroterra spirituale della famiglia di origine. La beata Gianna ha vissuto, assieme a suo marito, la certezza che Dio è amore, che l’amore può tutto, che tutto è amore. Ha saputo godere della bellezza, in tutte le sue forme, e la bellezza, per lei, si trasformava subito in bontà che dava origine alla sua grande fede, alimentata dalla costante preghiera, nella Provvidenza di Dio. Gianna Beretta Molla, così come la racconta il marito, considerava la vita un dono meraviglioso, da custodire, ma da vivere anche nel servizio, che riteneva l’essenza dell’amore nella logica evangelica dell’amare le creature come il Creatore, fino ad arrivare ad “annullare” se stessa per rendere felici gli altri. Il servizio al prossimo era la sua principale preoccupazione: la donazione integrale di sé, il suo stile di vita, come testimonia anche la sua eroica morte. Era una donna umile, Gianna, semplice, ma davvero “essenziale”. Sapeva armonizzare i tanti e disparati interessi (anche ricreativi come la musica, il teatro, il cinema, la montagna, i viaggi), i tanti impegni, le sue responsabilità di sposa e di madre di famiglia ( aveva tre figli, esclusa l’ultima bambina, nata a prezzo della propria vita). Era molto attiva, equilibrata, con una fede forte e profonda.«Non mi ero proprio accorto di avere in casa una santa – ha affermato Pietro Molla – perché Gianna era una donna semplice: non ha vissuto la sua vita (e la sua santità) in modo straordinario, direi piuttosto in modo “quotidiano”»

La testimonianza di Gianna Beretta Molla si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, presso tutte le categorie sociali: a lei sono state dedicate chiese, piazze, strade, scuole, asili, per ricordare che la vita e la luce di Dio vanno donate agli altri, così come Gianna ha fatto.

A conclusione della visita Pietro molla ha avuto anche delle belle parole di incoraggiamento per i giovani:«Vi auguro, carissimi, di essere ottimisti e di vivere bene il presente, ricordando che la nuova evangelizzazione passa attraverso la cultura. Vi auguro inoltre di coltivare un cammino di unione armonica fra le arti, la scienza, la teologia, in ottica di fede e di amore a apertura verso gli altri: vivete il Vangelo integralmente e cambierete il mondo!».



Massimo Donaddio