Conferenza su “e donne nel Vangelo”


È stato un omaggio a tutte le donne la serata organizzata dai giovani della Nuova Regaldi(area umanistica) mercoledì 7 marzo. L’iniziativa aveva come obiettivo quello di approfondire il rapporto fra Gesù e le donne all’interno dei Vangeli, considerando anche la prospettiva propria del cinema.

Dopo il saluto introduttivo del responsabile del gruppo, don Silvio Barbaglia, è stato proiettato un filmato che alternava i brani evangelici, accompagnati da musica in sottofondo, con immagini significative tratte dalla storia dell’arte e “spezzoni” di pellicole cinematografiche sulla vita di Gesù (di Antamoro, Pasolini, Rice e Webber, Zeffirelli, Young).

Dopo è stato il momento degli interventi dei due relatori della serata, Rosanna Virgili, biblista e studiosa di antichità cristiane, ed Ettore Bernabei, già direttore della RAI, presidente di Lux Vide, coordinatore del progetto internazionale “Bibbia e Cinema”.

L’aspetto principalmente contenutistico della serata è stato trattato dalla professoressa Virgili, che ha mostrato prima di tutto come il cristianesimo sia una religione della comunicazione, dell’incontro fra Dio e l’uomo, della Parola che, con Gesù, diviene umana. In questo senso anche il cinema è narrazione, come il Vangelo. Molti registi hanno infatti cercato di tradurre in immagini la poetica del testo evangelico.

La professoressa ha poi tracciato una descrizione dei personaggi femminili fondamentali. « Le donne – ha affermato Rosanna Virgili – sono fondamentali nel Vangelo, sono le prime a capire, a testimoniare e a portare l’annuncio.

Mi immagino Maria di Betania ai piedi di Gesù, accovacciata e abbracciata a lui, che lo ascolta ardente di desiderio di pace, di tolleranza, di luce per il mondo; non in atteggiamento passivo, ma in ascolto, nella comunione, che è comunicazione». Maria fa esperienza di comunione, intesa come realizzazione del sogno di potersi finalmente parlare fra amici, fra uomo e donna. Viene trasformata e rigenerata da Gesù, che ha qualcosa di molto importante da dirle. È amica, compagna di Gesù, come i discepoli, vive una sorta di affinità elettiva con il Maestro. Ella, nell’unzione, riconosce Gesù come re e come messia che dovrà risorgere dalla morte.

« Immagino, invece, - ha commentato la prof. Virgili – la peccatrice avvolta nel colore nero, mentre bagna i piedi di Gesù con le lacrime e li asciuga con tenerezza. Non ha bisogno di parole per capire, è una donna audace: è lei che si reca dal Maestro, con la volontà, spinta dalla passione e dall’irrazionalità, di andare fino in fondo». Il pianto della peccatrice è come un balsamo d’amore, che supera anche la fede del primo degli apostoli e fa rifiorire la creatura immacolata di Dio.

« Anche in Maria di Magdala – ha spiegato Rosanna Virgili – vediamo delle lacrime, ma non sono segno di debolezza, bensì un grido verso il Signore, che le si avvicinerà risorto. Maria ricerca continuamente il Signore, ed esprime la ricerca di un tu: ella parla a noi, alla nostra anima sulla complessità dell’animo femminile. Di quale amore ha bisogno il cuore di una donna? La donna cerca una corrispondenza, cerca la pienezza, oltre le posizioni sociali e familiari. Vive la nostalgia dell’altro, che è uomo, è marito, sì, ma è anche Altro, è Dio. La donna vive la rincorsa dell’amato, dell’essere due, dell’essere comunione».

Ettore Bernabei, ha invece cominciato a parlare di due realizzazioni cinematografiche del racconto evangelico: “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli e “Jesus” di Roger Young. « Il film di Zeffirelli doveva tenere conto del pubblico televisivo, in modo che la gente potesse ritrovarsi nel personaggio presentato: per questo si ispirò all’iconografia tradizionale di Gesù che è stato uno dei motivi del successo del film, il quale adotta, comunque, uno stile “reverenziale” di fronte al Cristo, mettendone in luce la divinità, come Pasolini invece aveva illustrato la Parola».

Il film Jesus, prodotto da Lux Vide, è stato testimonianza di un impegno ecumenico che ha visto consulenze di esperti cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, perfino musulmani (per i patriarchi). La scelta non facile è stata quella di presentare l’umanità di Gesù:« Questo è stato fatto – ha detto Bernabei - raccontando ed esplicitando il suo rapporto con le donne, che è stato preferenziale». Nel Vangelo le donne sono molto più forti, fedeli, coraggiose e determinate degli apostoli, che non sempre fanno una bella figura. Esse hanno il privilegio di capire prima di tutti la resurrezione del Signore.« Abbiamo fatto delle scelte rilevanti – ha spiegato Bernabei – mettendo in luce l’amicizia profonda fra Gesù e Maria di Betania, mentre addirittura molti nostri attori hanno tenuto in gran conto le indicazioni dei consulenti, per entrare spiritualmente nella parte. Siamo riusciti a non cedere al magico e al fantastico (che tanto piace al pubblico americano), tutelando l’umanità di Gesù». Il ruolo delle donne, nel film, è stato per questo essenziale, per non dare al Cristo forme troppo ieratiche o lontane, ma per calare la sua figura nell’umano.« Sono convinto che la gente – ha concluso Bernabei – abbia ancora bisogno di trovare punti di riferimento per le domande fondamentali della vita: credo che, per questo, anche il cinema e la televisione debbano continuare a fare la loro parte».



Massimo Donaddio