Giornata dedicata a Edith Stein


Domenica 14 gennaio si è svolta la terza giornata di spiritualità e cultura del gruppo universitari guidato da don Silvio Barbaglia. I giovani si sono recati al monastero carmelitano di Legnano per vivere una giornata all’insegna di Edith Stein e della spiritualità del suo ordine (quello carmelitano, appunto). I ragazzi sono stati aiutati a comprendere la figura, la vita, l’avventura intellettuale della Stein dalla professoressa Angela Ales Bello, docente di filosofia alla Pontificia Università Lateranense (Roma) e hanno potuto sentire testimonianze preziose di alcune monache che, mostrando una generosa ospitalità, hanno dato vita ad un dialogo con i presenti sullo spirito monastico carmelitano.

Venendo alla figura vera e propria di Edith Stein, morta martire nel campo di concentramento nazista di Auschwitz, possiamo dire che il tema portante di tutta la sua vita è stato quello della ricerca della Verità, secondo tre momenti fondamentali: il momento filosofico, il momento teologico, il momento mistico. Si tratta anche, però, di prospettive convergenti in una sintesi che coinvolge la tradizione classica, quella medioevale, il pensiero contemporaneo, la mistica occidentale (rappresentata soprattutto da Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce).

La Stein era stata allieva, prima di entrare nel Carmelo, di Edmund Husserl, fondatore del pensiero fenomenologico, che si riproponeva di“tornare alle cose”, di considerare non idee astratte, ma la realtà che si manifesta direttamente. Anche il vissuto interiore. A questa scoperta, ancora squisitamente filosofica, Edith Stein, convertita al cristianesimo anche per mezzo della lettura dell’autobiografia di Santa Teresa d’Avila, unisce il meglio della tradizione teologica e mistica, arrivando a ritenere che l’anelito alla Verità si concretizzi con la presenza di Dio nello spirito.«La Stein – spiega la professoressa Ales Bello – scopre quindi la dimensione religiosa e Dio nel fondo dell’anima».

Questa singolare testimone del ‘900 è stata una filosofa che ha ricercato costantemente l’apertura verso il tutto e ha scoperto che il nucleo profondo dell’uomo, l’anima, aspira sempre ad un’alterità che trascende i singoli esseri umani: essa è la Verità, il Tutto, l’Altro presente nell’uomo, Dio.

Arriverà, lei, nata ebrea, a considerare Cristo il compimento dell’ebraismo, convertendosi al cattolicesimo, vissuto come la risposta “piena” al bisogno religioso di tutta l’umanità.

Fede e adesione alla figura di Cristo, dunque, che conducono il filosofo ad una dimensione nuova, portatrice di grande fecondità per il pensiero stesso.«Se da una parte – dice la professoressa Ales Bello – il cristianesimo offre contenuti nuovi alla filosofia, e le verità rivelate, comprese e sviluppate razionalmente danno luogo alla teologia, queste due dimensioni fondamentali non sono ancora sufficienti per la Stein». Ecco allora la dignità, anche conoscitiva, della mistica, vero e proprio contatto con la Verità di Dio, che supera i risultati parziali della filosofia e quelli “oscuri” della teologia. Vivere la Verità è, quindi, capire il rapporto fra momento intellettuale e la vita dello spirito, sperimentando, nella fede, un contatto esistenziale con la Verità stessa, prefigurazione, offerta dalla Grazia e accolta dalla libertà umana, della visione beatifica.



Massimo Donaddio