Giornata dedicata a Giovanni Paolo II


Una giornata all’insegna dell’approfondimento della figura di Papa Giovanni Paolo II, con particolare riferimento all’umanesimo cristiano del Pontefice: è stata la settima domenica di spiritualità e cultura organizzata dalla Nuova Regaldi (il giorno 13 maggio). Ospite e relatore d’eccezione: Luigi Accattoli, noto vaticanista del “Corriere della Sera”, grande conoscitore di Karol Woityla, avendo vissuto come cronista, fra le altre cose, più di settanta viaggi papali.

L’intervento di Accattoli si è presentato da subito come un’interpretazione della figura del Pontefice, unita ad una significativa testimonianza di fede da parte di un giornalista attento non solo all’informazione sulle vicende della Chiesa, ma anche alla profonda comprensione del mistero che l’avvolge.

Giovanni Paolo II allora, da quello che è stato detto, appare come un personaggio straordinario, non valutabile secondo prospettive e punti di vista parziali. Egli si presenta come colui che ha saputo rendere attuale il Vangelo nella nostra epoca, compiendo inediti ed avventurosi viaggi missionari. Quello che lo spinge ad andare avanti senza curarsi delle difficoltà è una grande coerenza evangelica, accesa dall’amore per l’uomo, per ogni uomo, unita ad uno sforzo di trovare ogni via di dialogo, per la pace, per l’unità.

«Il Papa – ha affermato Accattoli – ripropone per il mondo il Vangelo vivo, liberandolo dal peso e dalle distorsioni della storia, mettendolo direttamente a contatto con le coscienze. Molti lo criticano, perché scuote la tradizione, perché va inerme dai potenti. Ma il Pontefice non è uno stratega: è un missionario che porta amore».

Abbiamo tutti davanti agli occhi l’immagine di Woityla malato e sofferente: egli però accetta anche questa prova perché ciò che lo muove è il fuoco del Vangelo, la logica del servizio.

Chiede perdono per le colpe dei cristiani, propone una sanatoria per gli immigrati clandestini, si batte per la vita, contro la guerra e la pena di morte nel mondo: questo è il Vangelo vissuto da Giovanni Paolo II.«Non vedo nessun altro Papa – ha detto Accattoli – così evangelico nel secolo appena trascorso. Da un Pontefice, infatti, non cerco l’aggiornamento, la risposta alle sfide della modernità: cerco l’input evangelico. E Guardando Woiyla troviamo tutti un padre ed un fratello che ci commuove e ci guida».

Il cammino di Giovanni Paolo II è stato sicuramente preparato da due grandi papi come Giovanni XXIII e Paolo VI, ma Papa Woityla ci ha abituati a sfidare ogni circostanza, anche le più difficili, come nel caso della visita in Grecia e del prossimo viaggio in Ucraina.

È certamente un Pontefice che riporta il ministero petrino al carisma personale dell’apostolo Pietro: Woityla non è un intellettuale, è profondamente un apostolo. Il suo pensiero si è però a lungo confrontato con le ideologie dominanti nel secolo ventesimo, che hanno ridotto molto spesso l’uomo ad essere una piccola parte in un sistema (uomo lavoratore, uomo produttore, uomo consumatore). Queste ideologie non colgono il mistero dell’uomo, e sono destinate a crollare su se stesse (come il comunismo). È urgente allora, per il Papa, recuperare pienamente la vita e la dignità dell’uomo, prima che diventi una minaccia per se stesso, a causa della svalutazione progressiva dei valori prodotta dal consumismo e dall’individualismo. Il cristiano allora, dovrà esercitare sempre un discernimento critico verso ciò che lo circonda e predicare il Vangelo senza mescolarvi una cultura specifica, un’ideologia o una visione politica parziale. È il Vangelo “sine glossa” (senza commenti o manipolazioni), che annuncia il mistero dell’amore, della vita, della morte.

Svariati e molteplici sono, per Luigi Accattoli, i contributi alla Chiesa da parte di Giovanni Paolo II: la testimonianza della santità, la passione per l’unità e l’ecumenismo, l’autentica interpretazione del ministero petrino, il contributo ad una teologia del corpo.«Questo Papa – ha concluso il vaticanista del “Corriere della Sera” - è pieno di novità. Ma il filo rosso che unisce tutto il suo percorso è la radicalità evangelica: questo lo porta a condannare ogni tipo di uccisione (aborto, eutanasia, guerra, pena di morte), a predicare il perdono e il rispetto dei diversi, ad impegnarsi per la remissione del debito estero dei paesi poveri. Per tali ragioni vogliamo e abbiamo ancora bisogno di Karol Woityla».



Massimo Donaddio