Oscar Arnulfo Romero

Il martirio

Il 23 febbraio 1980 mons. Romero riceve dal nunzio apostolico del Costa Rica l'avviso che una nuova condanna a morte è stata pronunziata per lui e che deve "stare molto attento". Non è la prima minaccia di morte che Monsignore riceve, ma si rende conto dell'estrema serietà della serietà e fondatezza di questo avvertimento, preceduto ed accompagnato da una serie di altri preoccupanti indizi che la confermano. Prevede la sua morte molto probabile e imminente, ne è terrorizzato, ma non per questo lascia il suo posto o il suo dovere. Monsignore, che ha sempre rifiutato di viaggiare scortato, affermando che "sarebbe una controtestimonianza pastorale se io potessi muovermi sicuro mentre il mio popolo vive nel pericolo" commenta in una sua omelia: "… questa settimana mi è arrivato un avviso che il mio nome compare nella lista delle persone che devono essere eliminate la prossima settimana. Ma si sappia che nessuno può uccidere la voce della giustizia". Dichiara ai giornalisti, alla fine dell'eucarestia domenicale: "… se mi uccidono, risorgerò nel popolo salvadoregno… Come pastore sono obbligato, per mandato divino, a dare la vita per coloro che amo, cioè tutti i salvadoregni, anche quelli che mi uccidessero. Se le minacce dovessero compiersi, già adesso offro il mio sangue a Dio per la redenzione e la risurrezione del Salvador… Se Dio accetta il sacrificio della mia vita, che il mio sangue sia semenza di libertà e segno che la speranza si tramuterà ben presto in realtà".

Nell'ultima messa celebrata nella cattedrale, il 24 marzo 1980, Romero rivolge un appello speciale agli uomini dell'esercito: "Fratelli! Siete del nostro stesso popolo! Ammazzate i vostri fratelli campesinos. Davanti all'ordine di ammazzare dato da un uomo, deve prevalere la legge di Dio che dice "Non ammazzare"… In nome di Dio, allora, in nome di questo popolo sofferente, i cui lamenti salgono al cielo ogni giorno più tumultuosi, vi supplico, vi chiedo, vi ordino, in nome di Dio: cessi la repressione!" Nel pomeriggio mons. Romero inizia la celebrazione della sua ultima eucaristia nella cappella dell'Hospedalito della "Divina Providencia", tenuto dalle suore carmelitane di Santa Teresa. Si tratta di una messa di suffragio della madre di un amico dell'arcivescovo, direttore di un giornale non governativo, destinata a pochi intimi. Nella predica Monsignore cita come esempio di impegno cristiano per la giustizia la madre del suo amico, che fu sempre a fianco del figlio, incoraggiandolo a non lasciarsi spaventare dalle minacce della destra. Mentre Monsignore sta finendo di parlare, entra nella cappella uno sconosciuto che, attesa la fine dell'omelia, con un fucile di precisione lo uccide con un solo proiettile al cuore.


origini e formazione
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Arcivescovo di San Salvador
Il magistero
Romero in internet
Romero presentato da don Mario Aldighieri