Nato a Novara il 16 – 09 –
1969. Diploma di maturità scientifica conseguito presso il Liceo Scientifico
“Antonelli” di Novara.Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli
Studi di Pavia. Sposato con Simona Castellani. Avvocato in Novara, segue
soprattutto questioni di carattere penalistico. Attivo nella realtà forense, è
stato socio fondatore e membro del direttivo della Camera Tributaria del
Piemonte, oltre che socio fondatore e membro del direttivo dell’associazione
Giovani Avvocati di Novara. Per il partito dal quale proviene, la Lega Nord, ha
ricoperto incarichi dirigenziali a Novara dal 1994 ad oggi. E’ stato assessore
alla Casa e al Patrimonio del Comune di Novara negli anni 1996/97.Nel
tempo libero coltiva la passione per il golf, il calcio e i viaggi.
OBIETTIVI E STRATEGIE PER UNA NUOVA CITTÀ
Moderna, Vivibile,Europea
Ecco la Novara
che vuole la Casa delle Libertà.
Una Novara in
cui sia più facile vivere, muoversi, informarsi, lavorare.
Una Novara con
occasioni per il tempo libero.
Una Novara che
incoraggi ed esalti la partecipazione dei cittadini.
Una Novara
sempre più a misura d'uomo, nella quale la qualità della vita sia l'elemento
distintivo.
Una Novara
consapevole e gelosa della propria storia e della propria identità, tollerante
e aperta al confronto, in grado di interpretare una nuova vocazione europea.
UN NUOVO RUOLO PER NOVARA
I prossimi 5 anni non saranno per Novara anni
qualunque. Saranno anni in cui la città, il suo territorio, l'intera Provincia
subiranno una profonda trasformazione per effetto delle infrastrutture già
realizzate o in corso di realizzazione.
I trafori alpini ferroviari del Lotschberg, del Sempione e
del Gottardo, l'alta capacità, il potenziamento delle linee ferroviarie
convergenti sul nodo novarese, l'ampliamento dell'autostrada Torino-Milano,
Malpensa e così via, richiameranno, come già stanno richiamando sul nostro
territorio iniziative e investimento di rilievo internazionale.
Per fronteggiare l'impatto, per governarlo ed ottenere che
lo sviluppo indotto sia vero e sostenibile, che porti a un miglioramento e non a
un degrado della qualità della vita, è necessario che Novara assuma il ruolo
che le compete come Capoluogo: che guardi al di fuori delle sue mura cittadine;
che senta e affronti i problemi del territorio in collaborazione con gli altri
Comuni, con la Provincia e la Regione affinché nell'unitarietà di volontà e
di indirizzi si abbia la forza di governare adeguatamente il nostro territorio.
L'omogeneità di governo politico tra Comune di Novara,
Provincia e Regione è indispensabile al raggiungimento dello scopo.
PREMESSE
Nell'impostazione
di un programma non possono mancare alcune premesse che ne caratterizzino
l'avvio e lo sviluppo.
Semplicità e chiarezza affinché il
programma sia capito e valutato dal cittadino. Senza interpreti.
Il programma del Sindaco è il documento-base
con il quale vengono illustrati ai cittadini, ancor prima che agli organi
istituzionali, obiettivi e scelte.
Niente confusioni, niente promesse di sapore
elettorale.
È necessario
indicare le scelte da realizzare e i relativi finanziamenti, in particolare in
materia di investimenti, fin dai primi documenti programmatici (bilancio di
previsione, relazione previsionale programmatica, bilancio pluriennale).
Valutare
tutto ciò che di positivo è stato impostato dalle precedenti amministrazioni.
Il che vuole dire aver rispetto dell'attività di altri.
La città di Novara deve diventare il secondo
polo del Piemonte, deve riscattarsi dal ruolo di agglomerato periferico della
metropoli lombarda e di paese "lontano" dal capoluogo della sua
Regione, nel tentativo di interrompere il flusso di novaresi che quotidianamente
si recano nelle metropoli per motivi di lavoro e di studio. Per raggiungere
certi obiettivi, si deve evitare di entrare in competizione con Milano e Torino,
ma si devono creare le condizioni e le premesse affinché la città raggiunga
una sua autonomia nei settori culturali, giudiziari, economici, imprenditoriali,
commerciali...: una città veramente indipendente con tutti i servizi.
Il
cittadino deve essere orgoglioso di appartenere alla comunità di San Gaudenzio.
L'Amministrazione deve impegnare particolare attenzione nel ricreare la
novaresità, tenendo presente che nel tessuto della società si sono inserite
persone provenienti da ogni parte d'Italia e si sono integrati anche personaggi
di altri Paesi creando una popolazione eterogenea: non solo quindi difendere in
chiave campanilistica i suoi prodotti, le sue tradizioni, i suoi monumenti, il
suo dialetto, ma esportarli, farli conoscere e proiettarli fuori le mura della
città.
Massima
collaborazione tra gli organi di rappresentanza del Comune. Importanti organi
istituzionali di decentramento vero e reale sono le circoscrizioni comunali, per
cui è necessario individuare le loro competenze, le materie delegate e i mezzi
di finanziamento. Le scelte, le esigenze e le priorità, che incidono sul
territorio delle circoscrizioni, dovranno essere vincolanti anche per gli organi
di governo del Comune, nell'ambito delle disponibilità finanziarie, determinate
nel quadro generale del bilancio di previsione e delle deleghe conferite. Alcuni
riferimenti semplificativi di tale operatività possono essere individuati nella
rete stradale secondaria, nei marciapiedi, nell'illuminazione, nel verde di
quartiere, negli impianti sportivi. Nella definizione delle deleghe vanno
individuate competenze sul piano assistenziale, di valutazione sociale e per la
sicurezza. Vanno garantite sedi idonee ed adeguata disponibilità di personale
che operi direttamente nelle circoscrizioni o che, quantomeno, costituisca un
punto di riferimento certo negli uffici comunali. Va inoltre recuperata e
sviluppata da parte delle circoscrizioni la capacità di proposta su tematiche
emergenti sul territorio, anche a livello di inter-quartiere.
Per evitare conflitti non deve esistere una
contrapposizione tra il centro e il resto della città. Gran parte degli
investimenti complessivamente previsti si legano sempre alla totalità del
territorio comunale in funzione di una sua integrale qualificazione e crescita.
In questo quadro operativo diventano determinanti le competenze delle
circoscrizioni, che avranno il potere di decidere, in modo autonomo, le scelte e
le spese. Nel quinquennio, non meno di 15 miliardi dovranno seguire il suddetto
iter vincolante, per interventi che garantiscano scelte di fondo e criteri di
manutenzione, di conservazione, di recupero e di innovazione: interventi che
diano alla città oltre che l'idoneità delle strutture, il senso dell'ordine,
della pulizia e della sicurezza.
L'innovabile funzionalità delle Circoscrizioni determinerà
non solo un'importante evoluzione qualitativa, ma anche quantitativa.
Il Comune, quale espressione di base delle
autonomie locali, deve sempre sapersi misurare sia con lo Stato e gli altri enti
locali (Regione e Provincia) sia con le organiche forze ed espressioni dei
cittadini, nelle diverse forme sociali ed imprenditoriali, da cui cogliere
esigenze e problemi della convivenza.
Il Comune deve recuperare un ruolo
fondamentale di centralità evidenziando le sue capacità programmatiche e di
realizzazione, tali da creare stimoli per collaborazioni e integrazioni
dell'iniziativa privata all'operato dell'Amministrazione comunale. La crescita e
la qualificazione della città devono essere espressione della capacità
realizzativa dell'Amministrazione comunale e non possono essere delegate
unicamente all'iniziativa privata o dipendere dalla sua fortunata localizzazione
nell'ambito di un territorio interessato da grosse infrastrutture internazionali
e nazionali, dall'incidenza delle scelte di fondo della programmazione della
Regione Piemonte, dall'influenza del vicino polo milanese.
Occorre accentuare una costruttiva
collaborazione con la C.C.I.A.A. e con le organizzazioni delle forze commerciali
e imprenditoriali per quanto riguarda, in via esemplificativa, parcheggi,
trasferimento del mercato all'ingrosso e centro fieristico.
REGOLE, SERVIZI, SOLIDARIETÀ
Una
comunità civile vive di regole, di servizi, di collaborazione e di solidarietà.
Sono le regole che qualificano la convivenza,
che determinano diritti e doveri e che garantiscono il rispetto delle persone e
delle strutture.
La sicurezza deve entrare a pieno titolo
nella politica del governo locale: una politica che deve saper coniugare legalità,
convivenza e solidarietà.
Il Comune deve occuparsi soprattutto di migliorare il
progetto "vigili di quartiere"; di presidiare parchi e scuole da parte
della Polizia Municipale (il cui organico deve necessariamente essere
potenziato); di controllare costantemente gli immobili occupati abusivamente; di
impedire gli insediamenti non autorizzati di nomadi; di far rispettare le
ordinanze del sindaco in materia di prostituzione, di abbandono di rifiuti e di
tutti gli altri fenomeni che favoriscono il degrado degli spazi pubblici; di
tenere sotto controllo le situazioni conflittuali negli insediamenti popolari.
È necessario inoltre elaborare progetti di manutenzione
che rendano vivibili le zone poco frequentate della città. Si proporrà (come
già sperimentato in altre realtà locali) la stipula di veri contratti di
sicurezza tra il Comune e la Prefettura in cui entrambi si impegneranno a
sviluppare forme di coordinamento tra le Forze dell'ordine e la Polizia
Municipale; snellire le procedure per le denuncie di reato; controllare
particolari zone della città attraverso telecamere; favorire iniziative per il
recupero di persone che vogliono abbandonare il mondo della prostituzione;
tenere sotto stretto controllo, con prevenzioni e repressioni, il mondo della
droga.
Va proposta, seguita e incoraggiata ogni
attività, che evidenzi il valore della solidarietà sociale. Interventi
personalizzati, familiari, collettivi nei confronti dei settori più deboli:
l'infanzia, gli anziani, gli handicappati, le realtà giovanili, con particolare
attenzione ai problemi della casa e del lavoro. Si ripartirà con la rivalutazione
del ruolo centrale della famiglia nel tessuto sociale. Non sempre il singolo
riesce a porre in evidenza i bisogni suoi e del proprio nucleo familiare, per
cui gli interventi sono parziali e risolvono unicamente i problemi emergenti. È
necessaria una conoscenza approfondita delle esigenze della famiglia per poter
rendere più efficaci gli interventi.
L'attuale sistema dei servizi si presenta troppo eterogeneo
e disorganico, in cui la famiglia non è protagonista come soggetto sociale
autonomo. Oggi si interviene quando il problema è già esploso nella sua forma
più drammatica. Non c'è una visione globale; non c'è una politica di
prevenzione che possa evitare l'insorgenza di dolorose problematiche.
L'Amministrazione deve garantire strutture e servizi, in
particolare dovranno essere impostate efficienti collaborazioni con il
volontariato e con le altre istituzioni (Servizio sanitario nazionale, Scuole).
Fondamentale strumento di riadeguamento degli interventi del socio assistenziale
deve essere l'"osservatorio familiare", quale momento di accoglienza,
ascolto e analisi. Una maggiore presenza degli operatori sul territorio
permetterà di individuare e conoscere le varie esigenze e di intervenire, senza
attendere l'iter questuante degli interessati.
È necessario sostenere la famiglia
attraverso specifici contributi e agevolazioni per giovani coppie. Sostenere la
famiglia che cresce, aiutando le famiglie numerose. Sostenere la famiglia che
accoglie potenziando l'istituto dell'affidamento familiare per minori e
introducendo l'istituto dell'affidamento familiare dell'anziano. Potenziare il
servizio di asili nido e di accoglienza temporanea per bambini anche con il
coinvolgimento di soggetti privati.
Riqualificare
aree come il Parco dei bambini e l'area della piscina scoperta di Via Solferino,
in modo che sia attrezzata per famiglie e gruppi.
Il
Comune, attento al ruolo delle donne in tutti i settori, deve promuovere azioni
efficaci per eliminare le disparità di cui ancora oggi le donne sono oggetto.
Interessanti obiettivi si possono raggiungere attraverso indagini conoscitive
sugli aspetti più rilevanti della condizione della donna, promovendo progetti
che favoriscano l'accesso al lavoro, che incrementino le opportunità di
formazione, qualificazione e riqualificazione professionale delle donne.
I problemi dei giovani devono essere
costantemente al centro degli interventi del Comune. L'attenzione verso di loro
significa capire le loro necessità e creare non solo occasioni di aggregazione
e di crescita, ma anche coinvolgimenti nelle scelte che l'Amministrazione dovrà
prendere in sintonia con loro. Come già sperimentato in altre realtà, si
intende istituire una
Consulta comunale riservata ai giovani, così che possano dare un
contributo concreto in iniziative che li riguardino da vicino. E’
indispensabile individuare nella città luoghi appositi nei quali i giovani
novaresi possano trovarsi per fare musica, attività culturali creative e
sportive.
È necessario ricercare il criterio della
trasparente gestione della cosa pubblica che non può fondarsi su una visione
autoritaria del potere e sulla configurazione dell'amministratore-padrone.
L'amministratore deve essere pienamente convinto che l'eletto è un delegato di
fiducia del cittadino, al quale deve costantemente rendere conto della propria
attività, per cui massima trasparenza. In una visione moderna, l'amministratore
pubblico non può assumersi tutti gli oneri nella realizzazione di strutture e
opere. Oggi si impone un grosso rapporto tra il pubblico e il privato: gli
investimenti pubblici devono essere integrati da quelli del privato attraverso
gli strumenti messi a disposizione dalla legge. La convergenza dei percorsi
presuppone l'esigenza di una collaborazione, non esclusivamente tecnica,
economica e di esperienza operativa, ma anche nelle idee e nei criteri
operativi. Il compito principale della funzione pubblica è quello di definire i
reciproci rapporti, tenendo presente che il privato agisce in un'ottica di
redditività, per cui la pubblica amministrazione deve preoccuparsi di
armonizzarlo con le esigenze della tutela dei bisogni e degli interessi dei
cittadini. La sinergia deve realizzarsi attraverso un'intesa che permette al
privato un maggior sviluppo dei propri investimenti e della propria attività e
al pubblico il risultato di conseguire con rapidità opere utili per la
collettività.
Si ritiene necessario:
a)
adeguare il Regolamento comunale sugli animali domestici per favorirne una
maggiore tutela dei loro diritti;
b)
istituire una Consulta per gli animali;
c)
realizzare aree verdi attrezzate fruibili da tutti, anche da persone con cani;
d)
organizzare un canile sanitario e un canile- rifugio ENPA: definire un sostegno
economico e una collaborazione per
migliorare le condizioni di vita dei cani abbandonati;
e)
definire intervento di tutela delle colonie feline anche con ordinate strutture
per gatti abbandonati;
f)
avviare campagne contro gli abbandoni e i maltrattamenti, per gli affidi
consapevoli e l'educazione al rispetto
degli animali.
TEMPI, SERVIZI, OPERE
Nella convinzione che il sostegno vero delle
idee e dei progetti sono, anche per la pubblica gestione, l'impianto economico
finanziario e patrimoniale e la struttura organica dei servizi, occorre avere
ben presenti le condizioni attuali e di prospettiva.
La prima garanzia è l'equilibrio veritiero
tra le entrate correnti e le spese di natura corrente.
Un traguardo vanamente inseguito, in questi ultimi anni,
dall'Amministrazione di centro-sinistra, durante i quali l'impianto del bilancio
corrente ha vissuto su circa ventinove miliardi di entrate di natura
straordinaria e su almeno trenta miliardi di aumento di entrate correnti,
malgrado che si sia continuato a dichiarare la volontà di non procedere a
incrementi del prelievo tributario. Ciononostante, restano ancora nel bilancio
corrente componenti di debolezza strutturale, con residui attivi quasi
totalmente inesigibili per almeno quattro miliardi e l'utilizzazione, pur
consentita dalla legislazione vigente ma impropria rispetto alla destinazione
originaria, dei proventi da concessione di edificazione per circa cinque
miliardi, destinati al finanziamento di spese di manutenzione ordinaria del
patrimonio comunale anziché alla realizzazione di nuove opere pubbliche.
La prossima Amministrazione erediterà pesanti
problematiche e dovrà porsi l'obiettivo di risolverle, al fine di garantire al
bilancio un equilibrio finanziario reale che non si fondi su fatti straordinari,
sicuramente pregiudizievoli della capacità d'investimento.
È doveroso informare i cittadini di questa situazione. È
necessario risolvere questi problemi in modo definitivo per evitare di scaricare
demagogicamente sempre sul pregresso le difficoltà operative.
Vanno prima di tutto esaminati alcuni
riferimenti al complessivo dimensionamento dei mutui indispensabili per gli
investimenti contratti nei tre anni 1997-1998-1999 dall'Amministrazione uscente,
sui quali i consuntivi forniscono dati che non possono essere messi in dubbio.
Le impostazioni complessive di quegli anni prevedevano la contrazione di 83
miliardi di mutui, mentre i consuntivi evidenziano contrazioni per 60 miliardi,
ma utilizzati, per lavori effettivamente realizzati, solo 21 miliardi (un quarto
del preventivo, un terzo del contratto).
La differenza ha nei fatti determinato l'incremento della
massa dei residui passivi delle spese di investimento: residui passivi già
disponibili dal 1996 per 22 miliardi.
Ancora più preoccupanti si fanno le cose se si guarda ai
mutui previsti nel bilancio 2000: sono ben 77 miliardi, ma a fine dicembre 2000,
le contrazioni erano arrivate a sole lire 23.226.088.000.
L'utilizzo delle somme destinate al finanziamento delle
spese d'investimento segue logicamente la capacità di realizzazione delle
stesse con riguardo ai lavori effettivamente realizzati. È un fatto che ha
nella logica del bilancio una ciclicità che va tuttavia giudicata sull'accumulo
dei residui passivi, che è indubbio sintomo della incapacità di realizzazione
dei programmi.
L'obiettivo è quindi quello di smaltire l'ampia massa di
residui, portando a conclusione opere ormai da lungo tempo in fase di
previsione, nonché di velocizzare al massimo la realizzazione delle nuove opere
oggetto di finanziamento.
PROPOSTE E SCELTE PER GLI INVESTIMENTI
È scontata pertanto la realtà per la quale
saranno ereditate, comunque sia, le conseguenze dell'ingolfamento previsionale
degli ultimi anni: l'impreparazione ha fatto emergere troppo tardi conoscenze,
proposte e scelte, che dovevano essere precalcolate all'avvio del mandato. E così
le necessarie azioni si sono ridotte a parole e cifre inutili. Il peso di tale
arretrato, pur approfonditamente valutato e selezionato, supererà i 100
miliardi. Tale lavoro di ricalcolo e di riadozione, per un'Amministrazione che
parta giustamente preparata, dovrà essere svolto nei mesi di impostazione del
bilancio preventivo 2002, con determinazione altresì delle previsioni del
triennale degli investimenti (programma opere pubbliche).
L'impostazione degli investimenti, che riguarderà la
prossima amministrazione, non potrà che puntare, come si cercherà di
dettagliare, a un globale di almeno 150 miliardi nel quinquennio 2002-2006.
Il cumulo dei finanziamenti da reperire si concretizzerebbe
quindi complessivamente in circa 250 miliardi.
Cosa che, all'interno di un bilancio normale, si
prospetterebbe impossibile. Servirebbe una disponibilità, per la copertura
delle quote capitale e interessi, di circa 25 miliardi annui: troppi!
L'alternativa è una sola: reperire finanziamenti da altra fonte, pubblica o
privata. È una sfida aperta, ma non impossibile. Si cercherà quindi, con la
massima diligenza possibile, l'intervento integrativo e motivato, a ogni
livello, da UE, Stato, Regione, Enti e privati.
La seconda componente indispensabile per una
efficace operatività amministrativa è proprio quella del personale. Nel 1995
l'organico era di 1260 dipendenti, nel 1998 è sceso a 1060 unità, nel 1999 a
1039. Le previsioni del 2000 parlano di 944 dipendenti (questi dati sono stati
ricavati dalla relazione del collegio dei revisori del Comune).
Il consuntivo 1999 dà una spesa per il personale di 58,5
miliardi che, in previsione 2000, scende a 52,7 miliardi e, nel preventivo 2001,
è di 54 miliardi. I dirigenti sono attualmente 24.
Una realtà, quella degli organici, che i meccanismi di
informatizzazione e le diverse dimensioni della diretta attività pubblica ne
vanno via via contraendo l'incidenza: è la logica dei tempi e sarà la
conseguenza derivabile da innovatori riassetti funzionali.
All'attenzione da porre al livello quantitativo dell'organico si lega
l'indispensabilità di aggiornare sempre più la qualificazione tecnica e
professionale, anche sulla base delle responsabilità di gestione attualmente
previste, con particolare riferimento al quadro dirigenziale. In contro tendenza
si porrà l'esigenza di potenziare il corpo dei vigili urbani per fronteggiare
adeguatamente l'emergenza sicurezza. Lo stesso discorso vale anche per i servizi
sociali e per la necessità di commisurare, con ben precise condizioni di merito
e di tempi, consulenze e progettazioni esterne.
Il reimpiego immobiliare comunale deve
essere, per quanto possibile, indirizzato a risoluzione o partecipazione
risolutiva di grosse scelte pubbliche a cominciare dalla definizione di
operazioni di scambio che favoriscano la realizzazione del nuovo e
sostanzialmente unico Palazzo Municipale. Lo stesso deve valere, ove sia
opportuno e possibile, per quanto può riguardare lo sviluppo delle strutture
universitarie e la necessità di interventi urbanistici, legati ai problemi
traffico-parcheggi.
Deve essere superata ogni situazione di trascuratezza
manutentoria e gestionale, analizzando, al di là delle collaborazioni già in
corso con l'ATC, impostabili e innovabili collaborazioni, con affido di cespiti,
a fondi immobiliari pubblici o privati.
Impostazioni di chiara prospettiva devono evitare confuse
soluzioni quali quelle in corso e riguardanti l'inammissibile contemporaneità
di interventi previsti per il recupero di Palazzo Lualdi, per il reimpiego della
recente acquisizione di parte di Casa Della Porta e per la progettata creazione
di altra nuova e parziale sede pubblica sull'area ex macello. Sono criteri
operativi che, nella loro sovrapposizione, fanno emergere evidenti carenze
progettuali e dispersione di mezzi finanziari oltre che di componenti
immobiliari pubbliche.
Così come appare inaccettabile una operazione di
acquisizione immobiliare come quella di Via Manzoni 8, fatta nel 1997, per poi
prevederne in oggi la rivendita: si vedrà a quali condizioni.
Un programma amministrativo serio non può certo trascurare
una oculata e non dispersiva gestionale patrimoniale, rendendola strumento
qualificato per perseguire un suo ragionato utilizzo a vantaggio della
riqualificazione urbana anche in termini di nuove strutture pubbliche.
IMPOSTAZIONE DI MEDIO PERIODO
Il piano regolatore deve prima di tutto
rispondere alla impostazione che lo collega, oltre che alla logica del piano
territoriale regionale, anche a quella degli indirizzi territoriali provinciali
e, in modo più diretto e immediato, ai Comuni confinanti.
Tale coordinamento operativo dei vari soggetti in causa
deve fare emergere un rapporto di collaborazione di parità e convergenza, come
chiedono in sostanza i dispositivi di legge.
Sotto il profilo del territorio più ampio,
si presenta in modo specifico e rilevantissimo la rete infrastrutturale dei
collegamenti ferroviari, stradali, autostradali, aeroportuali e portuali. È un
contesto, quello che riguarda Novara e il suo spazio circostante, di eccezionale
convergenza e rilevanza, che lo condiziona positivamente, ma anche
problematicamente e che impone vaste responsabilità pubbliche e decisivi
interventi da parte delle rispondenti iniziative imprenditoriali private.
Nella società moderna a questa strutturazione della
mobilità, sotto tutti i suoi aspetti, sono fondamentalmente legate anche le
classificazioni e le potenzialità di sviluppo socio-economiche. Le
responsabilità operative, per tale livello d'impegno, sono dello Stato, della
Regione, della Provincia e ad esse si collegano FF.SS. s.p.a., FNM s.p.a., ANAS,
AUTOSTRADA TORINO-MILANO s.p.a., SEA e Società di gestione portuali. La
positività di tale intreccio strutturale, riconosciuto a ogni livello, sta
raggiungendo però, nel suo dilungarsi, per decenni ormai, uno stato di necessità
ancora purtroppo bloccato quasi totalmente in termini di sola progettazione.
Importantissimo sul piano decisionale è
stato il recente incontro tra le delegazioni di Italia e Francia a Torino il 29
gennaio scorso. Di stanziamenti si parla per centinaia di miliardi con tempi di
avvio che toccano, al meglio, il 2002. I riferimenti di rilievo riguardano:
 | l'ampliamento
dell'autostrada Torino-Milano; |
 | i
collegamenti stradali e ferroviari con Malpensa; |
 | le
progettazioni regionali dei collegamenti stradali con la Svizzera e gli
interventi di rimodulazione ed elettrificazione del raccordi ferroviario
sullo stesso percorso; |
 | la
tratta AV/AC Frejus-Torino-Novara; |
 | l'ammodernamento
della struttura ferroviaria Genova-Sempione via Novara, con l'esigenza già
evidente di aree indispensabili per magazzini e per trattamento merci, a
respiro e crescita del CIM e delle attività imprenditoriali collegabili; |
 | alla
fine, ma non ultimo certo come importanza, il collegamento con la nuova area
fieristica milanese di Rho-Pero. |
Il quadro in cui viene a trovarsi Novara è veramente
unico, ma in questo contesto deve diventare emergente anche il mondo
imprenditoriale novarese, per dare prova crescente e costante della sua funzione
indispensabile anche di affiancamento all'azione pubblica.
Nello
sviluppo del rinnovato piano regolatore generale vanno affrontati doverosi
confronti con il PRU e con il PRUSST sia in termini di concordanza e di
adeguamenti, quando è necessario, ma anche di possibile contrasto. Nel PRU si
muovono pure consistenti dimensioni economiche e finanziarie a realizzazione
diretta o controllata di opere pubbliche: c'è lo stanziamento dello Stato per 9
miliardi, uno comunale per 5,2 miliardi, un introito per oneri di urbanizzazione
e costi di costruzione di 14,3 miliardi, uno di plusvalore e monetizzazione di
11,5 miliardi. Un insieme di investimenti pubblici, a realizzazione diretta o a
scomputo, per oltre 40 miliardi, che non devono certamente imporre vincoli e
scelte, ma che vanno pur sempre tenuti in debita considerazione. Particolare
riflessione meritano, all'interno del PRU, sia l'avvio della realizzazione del
Parco Terdoppio, sia il recupero della Cascina Cascinetta: ne discenderebbero
impegni aggiuntivi per ben 18 miliardi.
Ben più problematica è la valutazione del PRUSST sia
nelle sue 40 proposte pubbliche che nelle 32 proposte di privati. È un iter,
quello del PRUSST, che dovrebbe chiudere i suoi impegni nell'autunno del 2001,
con protrazioni legate più che altro alla definizione delle pratiche di
progettazione, di finanziamento e di concessione che riguardano gli interventi
privati, dai quali possono derivare conseguenti entrare comunali. È un percorso
con ancora molte incertezze e con effetti non così chiaramente confrontabili
come quelli del PRU.
Tra le grosse scelte che il piano regolatore generale dovrà
impostare hanno particolare rilievo le seguenti.
L’area del NORD EST è indubbiamente la
parte più compromessa e più problematica della città, nella quale, lungo il
corso degli anni, sono maturati interventi industriali e residenziali senza
tutela della qualità della vita, una zona all'interno e all'esterno della quale
ci sta lo sviluppo ferroviario novarese con la Stazione, il Boschetto, l’AV-AC,
il CIM e il qualificante parco del Terdoppio. All'attualità vanno indubbiamente
superate, ma coordinate, con criteri che ne pareggino le possibilità di
riutilizzazione e le dinamiche temporali, aree industriali dismesse, connessioni
varie importanti, superamento di grosse carenze ambientali, tra cui, senz'altro
emergente, la regolarizzazione fognaria, a cominciare dalla strutturazione della
depurazione, la protezione e l'adeguamento qualitativo della componente
residenziale, da legare a una responsabile valutazione della sua crescita
demografica. Problematici, sul piano urbanistico e sociale, sono gli innesti
anomalmente lievitati, derivati dal PEEP EST, sul quale è assolutamente
necessario muovere, anche a tempi stretti, tutta una integrazione di strutture
che realizzi, con le sue specifiche funzioni, la garanzia particolarmente
riguardante le condizioni della sicurezza.
Elemento di significativo peso per tutta la
città è in quell'area l'originale impostazione, già prevista da venti anni,
del Piano Mercandino, concernente il Parco Terdoppio, per le sue importanti
componenti del tempo libero e dello sport. Già dal 1989 si poneva sul tappeto
l'esigenza di un globale progetto di fattibilità con conseguenti bandi di
concorsi di idee a livello almeno nazionale per la definizione architettonica
funzionale delle componenti strategiche del NORD EST. Sono itinerari, cui si è
cercato di dare migliore analisi, nel piano di fattibilità impostato dal Comune
nel 1992. Il PRU ha messo insieme, nella sua definizione del gennaio 1996 e
nella sua rimodulazione, alcuni elementi del Nord Est, con quale successivo
importante riadeguamento per quanto riguarda le aree ex Rotondi, ex Wild e del
Terdoppio. Oggi questa vasta area urbana arriva al traguardo di un suo
inserimento al meglio e in modo molto chiaro nel nuovo piano regolatore, anche
alla luce del quadro degli interventi previsti come collegamenti alla struttura
dell'alta velocità/alta capacità. Per le variazioni di linea e di stazione
delle F.N.M. e per la riutilizzazione delle precedenti occupazioni d'area ci
sono già previsioni di complessivi investimenti, fra F.N.M. e privati, per
circa 94 miliardi.
Per 90 miliardi sono poi gli stanziamenti,
previsti a carico dello Stato, per la risoluzione del nodo ferroviario di
Novara. Tale area del Nord-Est, comprensiva del CIM, con il suo prevedibile
sviluppo, e del parco del Terdoppio, incide per circa 2.500.000 di metri quadri,
con varianti di destinazione che assumeranno un rilevantissimo peso urbanistico
anche di livello sovracomunale.
Il
permanere della seconda struttura ospedaliera del Piemonte in edifici obsoleti,
irrazionali, non a norma di sicurezza generale e igienica, situata nel
congestionato centro cittadino è paradigmatico della inerzia e della
conflittualità che ha impedito sino ad ora la realizzazione di opere
strutturali che dessero a Novara il respiro per lo sviluppo cui è chiamata.
È necessario anzitutto chiarire che un nuovo ospedale non
è opera di esclusiva competenza cittadina bensì di tutto il territorio e che
la nuova struttura deve essere intesa in termini moderni ed avanzati e non come
la riedizione in bella copia di quella attuale.
Ciò significa che, secondo modelli europei ed anche
italiani, esso deve consistere in un centro di alta specializzazione ed alta
tecnologia di natura pubblica affiancato da strutture di degenza e di servizio
di natura pubblico-privata.
Il nuovo ospedale non deve essere assorbente delle altre
strutture ospedaliere esistenti nella provincia ma integrarsi con esse, secondo
principi di sussidiarietà e nella vieta che, anche nell'attuale area
ospedaliera, continui a permanere un presidio sussidiario cittadino.
Simile modello pubblico-privato, già proposto dalla
Provincia e pervicacemente ostacolato da forze politiche locali, deve essere
riproposto ed attuato in stretta collaborazione con Regione, Provincia, Comuni
novaresi e forze finanziarie territoriali quali le Fondazioni Bancarie ed
Organizzazioni private.
Tema di razionale valutazione sarà poi quello della
riutilizzazione dell'attuale area occupata e per la quale occorrerà vagliare
bene le possibili nuove utilizzazioni pubbliche o private. Uno spazio di tale
rilievo urbano non può non imporre per le sue prospettive criteri risolutivi di
alto livello.
La scelta di fondo deve essere: un palazzo o
dieci sedi?
La logica funzionale e quella gestionale moderna non
dovrebbero lasciare dubbi.
La unificazione dei servizi municipali produce
indiscutibili vantaggi: se ne semplifica l'utilizzazione da parte della
popolazione, si favorisce l'interazione operativa degli uffici, si realizzano
importanti economie di scala. Puntare a una risoluzione di tale progetto
all'interno del Centro sarebbe indubbiamente ideale, conservando alla città una
continuità storica sia di funzione sia di richiamo. Una analisi approfondita
del contesto urbano non potrà che legare una tale soluzione alle vie di
accesso, alla disponibilità di parcheggi, alla dignità degli spazi e delle
strutture che le facciano da corona ambientale. Problema complesso, ma di
possibile soluzione: un'altra svolta di qualità per l'intera città. Importante
sarà pure l'aspetto della copertura finanziaria di una tale operazione, con
risvolti che coinvolgerebbero sostanzialmente anche l'insieme del patrimonio
immobiliare disponibile del Comune.
Sono durati, anche in questo caso, per
decenni i tempi necessari per arrivare ai più recenti impegno che consentono la
concretizzazione di un risultato di tanta importanza. La storia della cultura ha
trovato nell'istituzione universitaria l'elemento fondamentale della sua
conservazione e del suo sviluppo: oggi poi la crescita costante e rapida delle
scienze e del loro impiego, in ogni campo, pone alla società la necessità di
sempre più complesse e differenziate preparazioni di specifiche e diffuse
professionalità. Importante diventa quindi essere sede organica di tale rete
culturale, ma grande dovrà essere l'impegno per crearne e svilupparne le
strutture di utilizzazione più diretta così come quelle necessarie alla
comunità dei docenti e degli studenti. La città deve far spazio all'Università.
Si imporrà quindi il recupero attrezzato di tutta l'area Perrone e il primo
nucleo, a servizio degli studenti, contenuto nel progetto finanziario
dell'Isolato 37, ma deve essere ormai valutata, nel contesto del nuovo P.R.G.,
la direzione di sviluppo della città universitaria: caserme, ex ospedale,
centro sociale?
C'è un ventaglio i proposte su cui aprire il
più atteso confronto, anche dialettico, a cominciare da un rapporto diretto con
l'Università stessa. La quale porrà certo anche l'attenzione sul polo
tecnologico e di ricerca aperto nella zona di S. Agabio, con convergenze
operative, che dovranno unire al meglio anche gli impegni comuni sia degli enti
locali che delle forze imprenditoriali.
Come sempre si impone, anche per l'Università sarà
necessario definire un quadro di capacità finanziaria che passi dallo Stato,
dalla Regione, dagli enti pubblici locali e dalla locale imprenditorialità.
Pesante è l'inserimento della rete
ferroviaria legata all'alta velocità/alta capacità già sottoscritto
dall'Amministrazione in carica: ne deriveranno un impegno, da tentare comunque,
per vedere se sia ancora possibile conseguirne minori impatti negativi,
specialmente per quanto riguarda l'interconnessione Est.
Preoccupante, per quanto riguarda l'AV/AC, sarà
l'incidenza che avranno, sulla vita della città in genere e su alcune zone in
particolare, gli anni legati alla realizzazione di tutte le opere che la
riguarderanno direttamente e indirettamente: scavi, trasporto materiali,
manodopera, servizi e consumi connessi, rispetto dei tempi e dei modi di
attuazione dell'intervento nella sua globalità. Attenzione, vigilanza e
controllo dovranno vedere l'Amministrazione comunale impegnata in una azione di
tutela e di costante monitoraggio. Pari e ancor più delicato e particolare dovrà
essere l'impegno amministrativo al fianco dei cittadini e delle proprietà che
dall'AV/AC riceveranno le pesanti conseguenze degli espropri, delle
rilocalizzazioni e dei danni.
Le suddette tematiche sviluppate richiedono
infine una valutazione complessiva.
L'impostazione generale del P.R.G. deve rendere veramente
adeguati e realizzabili gli standard particolarmente riferibili al verde e ai
parcheggi. Un giusto equilibrio andrà definito fra le aree e le strutture con
precisi vincoli e indirizzi, e quelle con possibile flessibilità di norme e di
interventi, ove possano manifestarsi capacità di iniziativa privata, pur se
sottoposte al vaglio della pubblica amministrazione. Il piano regolatore
generale è un'attesa di garanzia e tutela dell'uso del territorio urbano, che
va soddisfatta, all'interno del quinquennio, con il perfezionamento di ogni
formale livello di approvazione.
Di fronte al Progetto preliminare della variante generale
del P.R.G. adottato dell'Amministrazione in scadenza, sarà indispensabile
verificarne l'esatta impostazione attraverso una conoscenza rimasta all'attualità
praticamente impedita. Si ritiene
necessario aprire qualificati pubblici confronti e approfonditi confronti di
piena informazione con gli ordini professionali e le categorie interessate.
Importante sarà pure la valutazione delle norme tecniche
al fine di realizzare, alla luce di una rispondente visione generale della città
e dell'uso del territorio, il conseguente Progetto definitivo.
È l'elemento di urbanizzazione primaria oggi
meno adeguato allo sviluppo della città e alla legislazione vigente.
La nuova disciplina introdotta dalla c.d. Legge Galli e
ripresa dalla Legge Regionale 13/96 istituisce l'Autorità d'Ambito di livello
interprovinciale (NO e VCO) con il compito di governare il Ciclo Integrale delle
Acque (acquedotti, fognature, depurazioni) con affidamento della gestione a
terzi mediante appalti.
L'Autorità d'Ambito, costituita da Province e Comuni, è
autonoma e quindi gli Enti Locali non saranno più direttamente interessati alla
gestione del servizio.
L'indirizzo politico, che si propone, è di evitare che,
attraverso l'affidamento del servizio a terzi, si produca un indiscriminato ed
ingiustificato aumento tariffario.
A tal fine occorre favorire l'aggregazione di strutture
locali (S.I.N., Consorzi ecc) al fine di creare organizzazioni di livello
tecnico e dimensioni tali da proporsi quale soggetto gestore dei servizi in un
quadro di integrazione territoriale.
Novara, nel contesto di tale nuovo quadro operativo, dovrà
trovare coordinamento e mezzi, per risolvere i gravi problemi che la affliggono,
tra cui assolutamente primario quello fognario, il quale necessita di
tempestive, opportune e attente opere di razionalizzazione risolutiva.
PROGRAMMI DI
INVESTIMENTO
Il centro storico è il punto di riferimento
della città: è stato nei tempi il suo punto di impulso, cui vanno ridate
rinnovate funzioni di richiamo, di socializzazione e di operatività terziaria.
Va quindi realizzato in esso quanto deve restituirgli le sue peculiari attività
civiche, culturali e di imprenditoria commerciale e di servizi. Sono
impostazioni che devono trovare contemporaneità di iniziative e interventi di
parte privata e di parte pubblica. La pubblica amministrazione ha davanti a sé
un livello di impegni di grossa dimensione. Ci si deve infatti misurare con il
recupero:
di Casa Bossi,
del Broletto, del Castello
Visconteo-Sforzesco, di Palazzo
Lualdi, della Caserma Perrone,
del Museo Faraggiana, del Teatro
Faraggiana, dell'Istituto Brera,
di casa Matteotti, del Museo di
casa Rognoni, della Basilica e
del Museo S. Gaudenzio, del Teatro
Coccia, degli Uffici Giudiziari
nelle sedi di Palazzo Fossati e di Palazzo
Bellini.
Un carico finanziario complessivo di una ottantina di
miliardi, per i quali occorreranno interventi compartecipati da parte
dell'Università e della Regione.
Il rilevante investimento per le strutture
culturali e la conseguente gestione non esclude, come elemento innovativo, la
possibilità di ricorrere ad una Fondazione per le attività culturali, ivi
compresi i musei, dando alla recuperata Casa Bossi la funzione di Casa della
Cultura.
Con riferimento all'investimento culturale non va
certamente dimenticata Villa Faraggiana di Albissola Marina, con interventi di
manutenzione straordinaria e strutturali finalizzati a migliorarne l'utilizzo e
a ricavarne una redditività.
Il livello di tale impegno mostra l'attenzione e
l'incidenza che l'Amministrazione dovrà avere per la cultura: uno degli
elementi portanti della caratterizzazione della crescita urbana. Si punterà
allo sviluppo, cercando di dare impulso con loro alle tradizioni e alle
potenzialità vive nel contesto sociale novarese.
Cultura vorrà anche significare dare presenze sempre nuove
alla sensibilità cittadina, a quanto occorrerà saper cogliere con competenza e
selettività dal mondo teatrale, lirico, musicale, scientifico e artistico.
Occorrerà, in termini di sostanziale privilegio, dare sostegno e stimolo a
presenze ed aspirazioni che saranno colte da una Consulta in grado di proporre e
sostenere iniziative autonome. Cultura non significherà più potenzialità
occasionale di spesa, ma ricerca di una sistematicità programmatica di
inziative, in grado di catalizzare l’attenzione di tutti su proposte
innovative e aggreganti, con particolare attenzione alle istanze dei giovani e
al loro coinvolgimento, tramite l’individuazione di spazi liberi di
espressione e di incontro e attraverso la ricerca dell’evento.
Dal quadro finanziario suddetto sono esclusi gli interventi
da realizzare nel centro storico su strade, delle quali vanno conservate o
innovate le caratteristiche, fognature e illuminazione.
Rilevante è altresì il problema-parcheggi, per il quale
segnali concreti di collaborazione arrivano dal mondo del commercio. Il PRUSST
potrebbe aprire anche un’esemplificazione costruttiva di recuperi di interi
isolati. Facendo la sua doverosa parte, il Comune può favorire e partecipare a
questo importante momento di concentrata e profonda riqualificazione urbana,
collegandovi anche le iniziative riguardanti il nuovo Ospedale e l'unificazione
degli uffici comunali.
Quello delle opere sociali è un campo dove
possono inserirsi soluzioni di project-financing: soluzioni che si fanno ancor
più delicate per quanto riguarderà le condizioni gestionali da stabilire.
Anche per questi interventi è possibile definire un certo insieme delle
esigenze e del finanziamento. Tali esigenze comprendono:
- RSA,
- RSF,
- Centri diurni e
residenziali per anziani e portatori di handicap,
-
ex De Pagave,
- lascito Martelli,
- Isolato 37,
- edilizia
residenziale pubblica con il recupero della Cascina Rasario,
- manutenzione
straordinaria e gestione degli alloggi popolari di proprietà comunale.
Un calcolo approssimativo porta a una complessiva spesa da
finanziare di circa 90 miliardi, con un intervento a carico del Comune di circa
7 miliardi, mentre l'importo residuo sarebbe a carico degli operatori privati e
finanziabile con intervento della Regione e dell'ATC. Tutto però va
accuratamente seguito e spinto in termini di progettazione, di bandi, di
appalti, onde evitare quei vuoti operativi che durano già da qualche anno. Sono
investimenti che, oltre a rispondere ai bisogni dei diretti fruitori, alleviano
le preoccupazioni e gli impegni familiari, con particolare riferimento alla
donna della quale si fanno appoggio e sollievo.
Nel campo dello sport è doveroso e
determinante il diretto impegno pubblico e il sostegno delle federazioni e
organizzazioni sportive. Molteplici si sono fatti nel tempo gli interventi tesi
a ben valutare, nelle predisposizioni del nuovo P.R.G., sia gli specifici spazi
urbanistici sia i contenuti strutturali degli stessi. Pesante si è fatto negli
anni una straordinaria incuria manutentiva degli impianti realizzati nel Parco
Agogna e nelle varie zone cittadine. Il PRUSST richiama interventi dettagliati
per circa 10 miliardi; inoltre 23 miliardi circa sono da prevedere sia per
manutenzioni periferiche sia per avviare gli interventi del Parco Terdoppio, che
dorme da decine di anni, superando nettamente le ipotesi contenute nella prima
impostazione del PRU. Interessante è la proposta privata contenuta nel PRUSST e
concernente una vasta area del Parco Agogna, come resta da ben valutare la
complessa re-impostazione avvenuta o prevista nelle aree di Via Alcarotti e
dintorni. Gli impegni finanziari da prevedere a carico del Comune sono stimabili
in circa 26 miliardi.
Dal luglio 2000 sono passate alla Provincia
le scuole secondarie superiori; a carico del Comune restano ancora grosse
incidenze per interventi di manutenzione straordinaria, sia per gli edifici
scolastici che per quelli pubblici, di almeno 17 miliardi.
Nel Peep Est vanno verificate le esigenze di interventi sia
per la struttura polifunzionale scolastica che per il recupero della Cascina
Cascinetta: costo complessivo 12,2 miliardi circa.
Vanno poi aggiunti circa 7 miliardi di altri interventi sul
complesso degli altri edifici di proprietà comunale.
Il finanziamento globale necessario è quindi stimabile in
circa 37 miliardi.
Di rilievo sono le iniziative sulle aree
mercatali che durano da almeno dieci anni e che riguardano la
rilocalizzazione dei mercati generali in area CIM e il rinnovo delle strutture
del mercato coperto di Viale Dante, cui si aggiungono interventi sui mercati
rionali. Le spese per questi interventi si aggirano intorno ai 52 miliardi, 17
dei quali a carico del Comune.
Per quanto riguarda il verde
pubblico e attrezzato si prevedono interventi per almeno 15,5 miliardi sulle
aree esistenti oltre ad acquisizioni di aree per una decina di miliardi, con un
carico complessivo per il bilancio di circa 25 miliardi.
Per rendere le aree verdi più sicure e più pulite
occorrerà dare ad esse maggiore illuminazione e maggior controllo; qualificare
le aree per bambini, specialmente come attrezzature e pavimentazioni; curare
l'arredo delle aree ad ampia funzione, dare tempestività e qualità alla
manutenzione del taglio dell'erba, delle potature e cure degli alberi, della
raccolta foglie, della pulizia dei sentieri.
Da segnalare in questa sede la risoluzione del
tormentatissimo intervento sull'area ex Bottacchi, lasciato da troppo tempo
irrisolto.
Gli interventi
di natura ecologica, ambientale e strutturale hanno una loro indicazione già
prevedibile per fognatura e completamento impianto di depurazione. In sede
PRUSST esistono interventi a carico SIN, ASSA, CIM e Regione per complessivi 10
miliardi. Restano da seguire gli sviluppi riorganizzativi che dipenderanno dal
Consorzio Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani e dal Bacino idrico comprendente le
province di Novara e del VCO. Vanno aggiunti interventi per almeno tre miliardi
a perfezionamento della rete dei rilevatori della qualità dell'aria e
dell'intensità acustica.
Il campo operativo, legato all'integrazione,
all'innovazione e alla manutenzione delle strutture della viabilità, dei
marciapiedi, dell'illuminazione e degli impianti semaforici, è non solo molto
vasto ma di eccezionale continuità. L'elemento primo di spesa riferito a tali
interventi è quello attinente alle manutenzioni, che può essere valutato
almeno in 30 miliardi nel quinquennio. Opere strutturali sono previste nel PRU
per 22 miliardi, mentre il PRUSST contiene previsioni per oltre 47,5 miliardi.
Interventi particolari per pubblica illuminazione, semafori, segnaletica, strade
e piazze hanno possibilità di incidenza per almeno 20 miliardi circa.
Complessivamente la spesa è di circa 120 miliardi, con
finanziamenti vari e possibili per 60 miliardi mentre altrettanti saranno a
carico del bilancio comunale.
Rispetto a questi interventi va fatta una considerazione di
fondo. Il bilancio corrente dovrebbe incrementare gli stanziamenti per le
manutenzioni ordinarie, più limitate ma tempestive, atte a contrarre gli
impegni a mutuo per le manutenzioni straordinarie.
Il problema-parcheggi sarà soprattutto
legato a soluzioni centrali e periferiche da realizzare e gestire in gran parte
con il project-financing, ormai largamente invalso attraverso le organizzazioni
imprenditoriali e commerciali. Nel PRUSST ci sono già proposte per il centro
città con indicazione specifica per l'utilizzazione sotterranea del largo
Bellini. L'area Perrone ha pure una previsione di struttura sotterranea per 740
posti. Impostazioni e proposte che dovranno essere oggetto di approfondimento e
valutazione in particolare con riguardo alla fattibilità tecnica di interventi
sulle aree indicate, evidenziando anche soluzioni alternative. In ordine al
problema parcheggi, per la realizzazione e la gestione, vanno tenute in
considerazione anche proposte e collaborazioni, eventualmente da attivare con la
SUN, per favorire soluzioni di interscambio parcheggi/mezzo pubblico idonee a
decongestionare il traffico cittadino.
Occorrerà potenziare la rete civica offrendo
servizi di collegamento fra enti ed istituzioni presenti sul territorio novarese
(Regione, Provincia, Prefettura, Inps, Camera di Commercio). Il sito Internet
del Comune di Novara non dovrà più essere soltanto una “vetrina” ma un
vero e proprio portale in grado di offrire nuovi servizi al cittadino
(informazioni/rilascio di certificazioni e documenti per via telematica). Punti
chiave saranno trasparenza, semplicità di consultazione e facilità di accesso
a tutti.
RIASSETTI
FUNZIONALI
La svolta realizzativa deve anche darsi gli
strumenti idonei a sviluppare al meglio la fase più complessa della
concretezza. Vanno quindi definiti con l'adozione di precisi atti consiliari di
indirizzo i riassetti funzionali su cui puntare.
Cardine del positivo lavoro, che deve
investire tutto il quadro organico del personale e l'attività gestionale dello
stesso, deve essere, anche per la città di Novara, la nomina di un Direttore
Generale, che sappia dividersi fra burocrazia ed efficienza. Una figura in grado
di unire alle competenze manageriali conoscenze approfondite del mondo pubblico
e delle esigenze degli enti locali, con specifica esperienza acquisita nel campo
amministrativo.
Che sappia scuotere ogni ingessamento della gestione
pubblica, immettendovi la cultura dell'efficienza e dando il dovuto
riconoscimento a chi, nell'organigramma comunale, sappia rappresentare,
nell'iniziativa e nella collaborazione, apprezzabili livelli di cambiamento
della cultura amministrativa, di merito e di considerazione.
Dovrà derivare dal Direttore Generale la positività del
coordinamento degli uffici, la responsabilità piena del piano esecutivo di
gestione, da condividere con i dirigenti, individuati secondo criteri di stretta
competenza professionale, per il raggiungimento degli obiettivi assegnati. Una
qualificata ambizione del raggiungimento dei risultati da parte della dirigenza
è condizione essenziale per l'amministrazione comunale per garantire la qualità
dei servizi, evitando gli sprechi della cattiva organizzazione e delle
disfunzioni, legate a una visione solo burocratica del ruolo. Il direttore
generale, in tal senso, avrà il compito di attivare un corretto e puntuale
sistema di valutazione dell'operatività dei dirigenti, creando così un
indiscutibile nucleo che sappia coinvolgere l'insieme dell'organizzazione nella
gestione delle attività comunali.
La figura del segretario generale dovrà
essere sinergica a quella del direttore generale. Mentre a quest'ultimo compete,
come detto, il ruolo gestionale e di coordinamento della dirigenza, il
segretario generale dovrà essere il consulente giuridico a tutto campo
dell'amministrazione comunale e quindi capace di consiliare l'adozione di atti
amministrativi che, nell'indubbia esigenza di osservanza della legge, permettano
di attivare procedimenti amministrativi che siano poi il presupposto per il
successivo raggiungimento degli obiettivi gestionali del Comune.
Ispirare le politiche sociali e del lavoro al
principio di sussidiarietà, incentivando l'azione di organizzazioni no-profit
quali fornitori di servizi alle persone.
Introdurre uno strumento di concertazione stabile, il patto
per il sociale, finalizzato a stabilire priorità di intervento, favorire lo
sviluppo di progetti ed azioni locali e sostenere la possibile attuazione.
Definire distretti sociali attraverso i quali garantire adeguata e continua
presenza sul territorio.
Costituire una rete informativa locale e integrata con
analoghi servizi proposti da Province e Comuni d'Italia, finalizzata a fornire
servizi informativi su opportunità di lavoro e possibilità di formazione.
Riposizionare il settore dei servizi di
pubblica utilità nella città allo scopo di renderli coerenti con le mutate
esigenze della comunità novarese. Riorganizzare il sistema dei servizi
attraverso specifiche strutture, quali società per azioni con l'eventuale
ingresso di partner privati, attivi negli specifici ambiti e che siano
impostazione unitaria ed organica al complessivo dei servizi stessi.
È assolutamente indispensabile, in funzione
di una valida gestione del ciclo integrale delle acque, "sbloccare" la
s.p.a. Servizi Idrici Novaresi, innestandola a una rispondente sinergia privata.
Una società, gestita come è ora dal Comune stesso, è un assurdo giuridico, ma
specialmente economico, e uno strumento inidoneo a perseguire le sue potenzialità
operative. Va costruito allora, nei tempi più stretti possibili e con attenta
valutazione del bene pubblico, una compartecipazione azionaria privata che
riporti mezzi finanziari e tecnici atti a dare alla civica amministrazione
l'adeguato affiancamento per la risoluzione dei pesantissimi problemi legati
alla gestione delle acque, cominciando dalla ristrutturazione della rete
fognaria della città. Va guadagnata capacità operativa non limitata al
territorio urbano, ma da estendere, se possibile, nell'ambito di bacino.
Sun, Assa, Farmacie: sono le tre ex
municipalizzate che rispondevano a specifici criteri, ormai largamente superati,
di conduzione dei servizi.
È la legge che sta imponendo una vera rivoluzione nel
campo dei servizi pubblici. Addirittura si va ormai verso l'obbligo, superato
anche il passaggio ad aziende speciali, di trasformazione in società per
azioni.
La SUN è già
stata trasformata con il 1° gennaio 2001 ed ha un paio di anni di tempo per
darsi efficienza ed economicità d'azione, prerogative che le consentano una
prospettiva valida per collocarsi sul mercato attraverso gare a livello europeo.
Oggi la Sun ha incidenza onerosa sul bilancio comunale di parte corrente, quale
corrispettivo del contratto di servizio, di oltre 2 miliardi l'anno, che
integrano i contributi regionali e i proventi dagli utenti. Si manifesta
l'esigenza che, attraverso un diverso piano gestionale, si possa realizzare una
maggiore economicità. Si ritiene che la stessa debba essere ottenuta attraverso
la contrazione dei costi in quanto un ricorso a sbilanciare manovre finanziarie
per aumentare i proventi può causare "effetto boomerang" ricadenti
sulla stessa organizzazione del servizio in termini di efficienza.
Il recupero di economicità va acquisito, realizzando anche sinergie con
attività affidabili all'azionista, per favorire la partecipazione, mediante
gara a evidenza pubblica, di capitali privati a fronte della cessione di quote
sociali.
Diversa la situazione dell'ASSA
s.p.a. La prossima esigenza di tradurre in tariffa (che non potrà più
essere calcolata solo sulla superficie dei locali) ogni costo inerente alla
gestione del ciclo dei rifiuti urbani (raccolta, pulizia strade e piazze,
trasporto e smaltimento) richiede anche per l'ASSA una riconsiderazione attenta
dei costi della gestione, che garantiscano servizi di qualità e una città
veramente pulita. Tale riconsiderazione è altresì necessaria per porre
l'azienda, trasformata in società per azioni, in condizione di esternalizzare,
dal territorio comunale, i propri servizi rendendola competitiva per la
partecipazione a gare a evidenza pubblica per l'affidamento dei servizi, almeno
nell'ambito del bacino consortile. Il recupero della economicità della gestione
aziendale diviene quindi condizione immediata ed essenziale per convincere i
Comuni del consorzio a vedere nell'ASSA un soggetto, oltre che tecnicamente,
anche per i costi, idoneo per la gestione del servizio. La partecipazione dei
capitali privati, attraverso la cessione di quote sociali, diventa condizione
per acquisire risorse da finalizzare al miglioramento della struttura operativa,
che, finito il regime di garanzia di affidamento del servizio, dovrà essere in
grado di affrontare, come detto, il libero mercato. Nel suddetto contesto la
partecipazione di parte pubblica al capitale sociale potrà realizzarsi anche
attraverso la cessione di quote ad altri enti locali (Provincia e Comuni).
Altra ancora è la situazione dell'attuale Azienda
Speciale Farmaceutica.
Diverse sono
le possibilità d'impostazione:
 | legarla
al socio-assistenziale comunale con la costituzione di una Istituzione; |
 | realizzare
una gestione più redditizia finalizzata a particolari investimenti, come è
stato quello della nuova sede Cri; |
 | dismetterle
in toto oppure cedere quote di partecipazione al capitale, previa
trasformazione in s.p.a. |
Indubbiamente anche per le farmacie ogni scelta deve
passare, seguendo percorsi già sperimentati da altre amministrazioni comunali,
da una corretta valutazione, anche economica patrimoniale, del percorso
individuato.
Nel caso di partecipazione di capitali privati, caso
sicuramente appetibile, va affidato al privato stesso il management aziendale.
Il Comune, con il riservarsi una quota significativa di partecipazione, deve
puntare a mantenere acquisito al suo bilancio un livello di risorse pari a
quello attuale, finalizzato alla gestione di parte corrente.
Si raggiungerebbe così il doppio risultato di disponibilità,
a superamento della contrazione di mutui, per la realizzazione di opere
pubbliche e di entrate a copertura della gestione corrente di bilancio.
CONCLUSIONI
Nel predisporre il programma amministrativo si è cercato
di verificare con rispondenza e coraggio i più evidenti bisogni per dare
realismo al modo con cui va guardata una città da far crescere e da
qualificare.
Normalmente i programmi elettorali si limitano a enunciati
di principio e di indirizzo e quindi risultano privi di quella necessaria
valutazione che avvicini le idee ai mezzi e che indichi in tempi ragionevolmente
certi le realizzazioni possibili. Per questo il taglio d'impostazione, seguito
nella preparazione di questo documento, ha voluto basarsi su un'analisi
dettagliata delle varie problematiche, per sviluppare quei corretti ed efficaci
processi amministrativi finalizzati alla completa attuazione degli interventi
progettati.
Problema di fondo resta la ricerca dei mezzi finanziari
indisponibili, pubblici e privati. È il percorso più difficile da definire,
mancando, al momento, precisa conoscenza sui dati di partenza, quelli
riguardanti le esplorate possibilità di derivare finanziamenti da fonte
pubbliche e private, adeguamenti trasparenti e dimostrati per un equilibrio
gestionale da costruire con il buon senso e senza demagogia. Sotto questo
aspetto, saranno misurabili la preparazione, la capacità d'iniziativa, il
rapporto costruttivo e onesto con la società tutta da parte di chi si propone
per una nuova Amministrazione, che punta soprattutto a tradurre le previsioni in
fatti.
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