Massimo Giordano

Massimo Giordano


Nato a Novara il 16 – 09 – 1969. Diploma di maturità scientifica conseguito presso il Liceo Scientifico “Antonelli” di Novara.Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Pavia. Sposato con Simona Castellani. Avvocato in Novara, segue soprattutto questioni di carattere penalistico. Attivo nella realtà forense, è stato socio fondatore e membro del direttivo della Camera Tributaria del Piemonte, oltre che socio fondatore e membro del direttivo dell’associazione Giovani Avvocati di Novara. Per il partito dal quale proviene, la Lega Nord, ha ricoperto incarichi dirigenziali a Novara dal 1994 ad oggi. E’ stato assessore alla Casa e al Patrimonio del Comune di Novara negli anni 1996/97.Nel tempo libero coltiva la passione per il golf, il calcio e i viaggi.

OBIETTIVI E STRATEGIE PER UNA NUOVA CITTÀ



Moderna, Vivibile,Europea

Ecco la Novara che vuole la Casa delle Libertà.

Una Novara in cui sia più facile vivere, muoversi, informarsi, lavorare.

Una Novara con occasioni per il tempo libero.

Una Novara che incoraggi ed esalti la partecipazione dei cittadini.

Una Novara sempre più a misura d'uomo, nella quale la qualità della vita sia l'elemento distintivo.

Una Novara consapevole e gelosa della propria storia e della propria identità, tollerante e aperta al confronto, in grado di interpretare una nuova vocazione europea.

 

UN NUOVO RUOLO PER NOVARA

 

I prossimi 5 anni non saranno per Novara anni qualunque. Saranno anni in cui la città, il suo territorio, l'intera Provincia subiranno una profonda trasformazione per effetto delle infrastrutture già realizzate o in corso di realizzazione.

I trafori alpini ferroviari del Lotschberg, del Sempione e del Gottardo, l'alta capacità, il potenziamento delle linee ferroviarie convergenti sul nodo novarese, l'ampliamento dell'autostrada Torino-Milano, Malpensa e così via, richiameranno, come già stanno richiamando sul nostro territorio iniziative e investimento di rilievo internazionale.

Per fronteggiare l'impatto, per governarlo ed ottenere che lo sviluppo indotto sia vero e sostenibile, che porti a un miglioramento e non a un degrado della qualità della vita, è necessario che Novara assuma il ruolo che le compete come Capoluogo: che guardi al di fuori delle sue mura cittadine; che senta e affronti i problemi del territorio in collaborazione con gli altri Comuni, con la Provincia e la Regione affinché nell'unitarietà di volontà e di indirizzi si abbia la forza di governare adeguatamente il nostro territorio.

L'omogeneità di governo politico tra Comune di Novara, Provincia e Regione è indispensabile al raggiungimento dello scopo.

PREMESSE

Nell'impostazione di un programma non possono mancare alcune premesse che ne caratterizzino l'avvio e lo sviluppo. 

Semplicità e chiarezza affinché il programma sia capito e valutato dal cittadino. Senza interpreti. 

Il programma del Sindaco è il documento-base con il quale vengono illustrati ai cittadini, ancor prima che agli organi istituzionali, obiettivi e scelte. 

Niente confusioni, niente promesse di sapore elettorale. 

È necessario indicare le scelte da realizzare e i relativi finanziamenti, in particolare in materia di investimenti, fin dai primi documenti programmatici (bilancio di previsione, relazione previsionale programmatica, bilancio pluriennale). 

 Valutare tutto ciò che di positivo è stato impostato dalle precedenti amministrazioni. Il che vuole dire aver rispetto dell'attività di altri.

 

La città di Novara deve diventare il secondo polo del Piemonte, deve riscattarsi dal ruolo di agglomerato periferico della metropoli lombarda e di paese "lontano" dal capoluogo della sua Regione, nel tentativo di interrompere il flusso di novaresi che quotidianamente si recano nelle metropoli per motivi di lavoro e di studio. Per raggiungere certi obiettivi, si deve evitare di entrare in competizione con Milano e Torino, ma si devono creare le condizioni e le premesse affinché la città raggiunga una sua autonomia nei settori culturali, giudiziari, economici, imprenditoriali, commerciali...: una città veramente indipendente con tutti i servizi.

 Il cittadino deve essere orgoglioso di appartenere alla comunità di San Gaudenzio. L'Amministrazione deve impegnare particolare attenzione nel ricreare la novaresità, tenendo presente che nel tessuto della società si sono inserite persone provenienti da ogni parte d'Italia e si sono integrati anche personaggi di altri Paesi creando una popolazione eterogenea: non solo quindi difendere in chiave campanilistica i suoi prodotti, le sue tradizioni, i suoi monumenti, il suo dialetto, ma esportarli, farli conoscere e proiettarli fuori le mura della città.

 Massima collaborazione tra gli organi di rappresentanza del Comune. Importanti organi istituzionali di decentramento vero e reale sono le circoscrizioni comunali, per cui è necessario individuare le loro competenze, le materie delegate e i mezzi di finanziamento. Le scelte, le esigenze e le priorità, che incidono sul territorio delle circoscrizioni, dovranno essere vincolanti anche per gli organi di governo del Comune, nell'ambito delle disponibilità finanziarie, determinate nel quadro generale del bilancio di previsione e delle deleghe conferite. Alcuni riferimenti semplificativi di tale operatività possono essere individuati nella rete stradale secondaria, nei marciapiedi, nell'illuminazione, nel verde di quartiere, negli impianti sportivi. Nella definizione delle deleghe vanno individuate competenze sul piano assistenziale, di valutazione sociale e per la sicurezza. Vanno garantite sedi idonee ed adeguata disponibilità di personale che operi direttamente nelle circoscrizioni o che, quantomeno, costituisca un punto di riferimento certo negli uffici comunali. Va inoltre recuperata e sviluppata da parte delle circoscrizioni la capacità di proposta su tematiche emergenti sul territorio, anche a livello di inter-quartiere.

Per evitare conflitti non deve esistere una contrapposizione tra il centro e il resto della città. Gran parte degli investimenti complessivamente previsti si legano sempre alla totalità del territorio comunale in funzione di una sua integrale qualificazione e crescita. In questo quadro operativo diventano determinanti le competenze delle circoscrizioni, che avranno il potere di decidere, in modo autonomo, le scelte e le spese. Nel quinquennio, non meno di 15 miliardi dovranno seguire il suddetto iter vincolante, per interventi che garantiscano scelte di fondo e criteri di manutenzione, di conservazione, di recupero e di innovazione: interventi che diano alla città oltre che l'idoneità delle strutture, il senso dell'ordine, della pulizia e della sicurezza.

L'innovabile funzionalità delle Circoscrizioni determinerà non solo un'importante evoluzione qualitativa, ma anche quantitativa.

Il Comune, quale espressione di base delle autonomie locali, deve sempre sapersi misurare sia con lo Stato e gli altri enti locali (Regione e Provincia) sia con le organiche forze ed espressioni dei cittadini, nelle diverse forme sociali ed imprenditoriali, da cui cogliere esigenze e problemi della convivenza.

Il Comune deve recuperare un ruolo fondamentale di centralità evidenziando le sue capacità programmatiche e di realizzazione, tali da creare stimoli per collaborazioni e integrazioni dell'iniziativa privata all'operato dell'Amministrazione comunale. La crescita e la qualificazione della città devono essere espressione della capacità realizzativa dell'Amministrazione comunale e non possono essere delegate unicamente all'iniziativa privata o dipendere dalla sua fortunata localizzazione nell'ambito di un territorio interessato da grosse infrastrutture internazionali e nazionali, dall'incidenza delle scelte di fondo della programmazione della Regione Piemonte, dall'influenza del vicino polo milanese.

Occorre accentuare una costruttiva collaborazione con la C.C.I.A.A. e con le organizzazioni delle forze commerciali e imprenditoriali per quanto riguarda, in via esemplificativa, parcheggi, trasferimento del mercato all'ingrosso e centro fieristico.

 

REGOLE, SERVIZI, SOLIDARIETÀ

 

Una comunità civile vive di regole, di servizi, di collaborazione e di solidarietà.

Sono le regole che qualificano la convivenza, che determinano diritti e doveri e che garantiscono il rispetto delle persone e delle strutture.

La sicurezza deve entrare a pieno titolo nella politica del governo locale: una politica che deve saper coniugare legalità, convivenza e solidarietà.

Il Comune deve occuparsi soprattutto di migliorare il progetto "vigili di quartiere"; di presidiare parchi e scuole da parte della Polizia Municipale (il cui organico deve necessariamente essere potenziato); di controllare costantemente gli immobili occupati abusivamente; di impedire gli insediamenti non autorizzati di nomadi; di far rispettare le ordinanze del sindaco in materia di prostituzione, di abbandono di rifiuti e di tutti gli altri fenomeni che favoriscono il degrado degli spazi pubblici; di tenere sotto controllo le situazioni conflittuali negli insediamenti popolari.

È necessario inoltre elaborare progetti di manutenzione che rendano vivibili le zone poco frequentate della città. Si proporrà (come già sperimentato in altre realtà locali) la stipula di veri contratti di sicurezza tra il Comune e la Prefettura in cui entrambi si impegneranno a sviluppare forme di coordinamento tra le Forze dell'ordine e la Polizia Municipale; snellire le procedure per le denuncie di reato; controllare particolari zone della città attraverso telecamere; favorire iniziative per il recupero di persone che vogliono abbandonare il mondo della prostituzione; tenere sotto stretto controllo, con prevenzioni e repressioni, il mondo della droga.

Va proposta, seguita e incoraggiata ogni attività, che evidenzi il valore della solidarietà sociale. Interventi personalizzati, familiari, collettivi nei confronti dei settori più deboli: l'infanzia, gli anziani, gli handicappati, le realtà giovanili, con particolare attenzione ai problemi della casa e del lavoro. Si ripartirà con la rivalutazione del ruolo centrale della famiglia nel tessuto sociale. Non sempre il singolo riesce a porre in evidenza i bisogni suoi e del proprio nucleo familiare, per cui gli interventi sono parziali e risolvono unicamente i problemi emergenti. È necessaria una conoscenza approfondita delle esigenze della famiglia per poter rendere più efficaci gli interventi.

L'attuale sistema dei servizi si presenta troppo eterogeneo e disorganico, in cui la famiglia non è protagonista come soggetto sociale autonomo. Oggi si interviene quando il problema è già esploso nella sua forma più drammatica. Non c'è una visione globale; non c'è una politica di prevenzione che possa evitare l'insorgenza di dolorose problematiche.

L'Amministrazione deve garantire strutture e servizi, in particolare dovranno essere impostate efficienti collaborazioni con il volontariato e con le altre istituzioni (Servizio sanitario nazionale, Scuole). Fondamentale strumento di riadeguamento degli interventi del socio assistenziale deve essere l'"osservatorio familiare", quale momento di accoglienza, ascolto e analisi. Una maggiore presenza degli operatori sul territorio permetterà di individuare e conoscere le varie esigenze e di intervenire, senza attendere l'iter questuante degli interessati.

È necessario sostenere la famiglia attraverso specifici contributi e agevolazioni per giovani coppie. Sostenere la famiglia che cresce, aiutando le famiglie numerose. Sostenere la famiglia che accoglie potenziando l'istituto dell'affidamento familiare per minori e introducendo l'istituto dell'affidamento familiare dell'anziano. Potenziare il servizio di asili nido e di accoglienza temporanea per bambini anche con il coinvolgimento di soggetti privati.

  Riqualificare aree come il Parco dei bambini e l'area della piscina scoperta di Via Solferino, in modo che sia attrezzata per famiglie e gruppi.

 Il Comune, attento al ruolo delle donne in tutti i settori, deve promuovere azioni efficaci per eliminare le disparità di cui ancora oggi le donne sono oggetto. Interessanti obiettivi si possono raggiungere attraverso indagini conoscitive sugli aspetti più rilevanti della condizione della donna, promovendo progetti che favoriscano l'accesso al lavoro, che incrementino le opportunità di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale delle donne.

I problemi dei giovani devono essere costantemente al centro degli interventi del Comune. L'attenzione verso di loro significa capire le loro necessità e creare non solo occasioni di aggregazione e di crescita, ma anche coinvolgimenti nelle scelte che l'Amministrazione dovrà prendere in sintonia con loro. Come già sperimentato in altre realtà, si intende istituire una Consulta comunale riservata ai giovani, così che possano dare un contributo concreto in iniziative che li riguardino da vicino. E’ indispensabile individuare nella città luoghi appositi nei quali i giovani novaresi possano trovarsi per fare musica, attività culturali creative e sportive.

È necessario ricercare il criterio della trasparente gestione della cosa pubblica che non può fondarsi su una visione autoritaria del potere e sulla configurazione dell'amministratore-padrone. L'amministratore deve essere pienamente convinto che l'eletto è un delegato di fiducia del cittadino, al quale deve costantemente rendere conto della propria attività, per cui massima trasparenza. In una visione moderna, l'amministratore pubblico non può assumersi tutti gli oneri nella realizzazione di strutture e opere. Oggi si impone un grosso rapporto tra il pubblico e il privato: gli investimenti pubblici devono essere integrati da quelli del privato attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla legge. La convergenza dei percorsi presuppone l'esigenza di una collaborazione, non esclusivamente tecnica, economica e di esperienza operativa, ma anche nelle idee e nei criteri operativi. Il compito principale della funzione pubblica è quello di definire i reciproci rapporti, tenendo presente che il privato agisce in un'ottica di redditività, per cui la pubblica amministrazione deve preoccuparsi di armonizzarlo con le esigenze della tutela dei bisogni e degli interessi dei cittadini. La sinergia deve realizzarsi attraverso un'intesa che permette al privato un maggior sviluppo dei propri investimenti e della propria attività e al pubblico il risultato di conseguire con rapidità opere utili per la collettività.

Si ritiene necessario:

    a) adeguare il Regolamento comunale sugli animali domestici per favorirne una maggiore tutela dei loro diritti;

    b) istituire una Consulta per gli animali;

    c) realizzare aree verdi attrezzate fruibili da tutti, anche da persone con cani;

    d) organizzare un canile sanitario e un canile- rifugio ENPA: definire un sostegno economico e una collaborazione         per migliorare le condizioni di vita dei cani abbandonati;

    e) definire intervento di tutela delle colonie feline anche con ordinate strutture per gatti abbandonati;

    f) avviare campagne contro gli abbandoni e i maltrattamenti, per gli affidi consapevoli e l'educazione al rispetto        degli animali.

 

TEMPI, SERVIZI, OPERE

 

Nella convinzione che il sostegno vero delle idee e dei progetti sono, anche per la pubblica gestione, l'impianto economico finanziario e patrimoniale e la struttura organica dei servizi, occorre avere ben presenti le condizioni attuali e di prospettiva.

 

La prima garanzia è l'equilibrio veritiero tra le entrate correnti e le spese di natura corrente.

Un traguardo vanamente inseguito, in questi ultimi anni, dall'Amministrazione di centro-sinistra, durante i quali l'impianto del bilancio corrente ha vissuto su circa ventinove miliardi di entrate di natura straordinaria e su almeno trenta miliardi di aumento di entrate correnti, malgrado che si sia continuato a dichiarare la volontà di non procedere a incrementi del prelievo tributario. Ciononostante, restano ancora nel bilancio corrente componenti di debolezza strutturale, con residui attivi quasi totalmente inesigibili per almeno quattro miliardi e l'utilizzazione, pur consentita dalla legislazione vigente ma impropria rispetto alla destinazione originaria, dei proventi da concessione di edificazione per circa cinque miliardi, destinati al finanziamento di spese di manutenzione ordinaria del patrimonio comunale anziché alla realizzazione di nuove opere pubbliche.

La prossima Amministrazione erediterà pesanti problematiche e dovrà porsi l'obiettivo di risolverle, al fine di garantire al bilancio un equilibrio finanziario reale che non si fondi su fatti straordinari, sicuramente pregiudizievoli della capacità d'investimento.

È doveroso informare i cittadini di questa situazione. È necessario risolvere questi problemi in modo definitivo per evitare di scaricare demagogicamente sempre sul pregresso le difficoltà operative.

 

Vanno prima di tutto esaminati alcuni riferimenti al complessivo dimensionamento dei mutui indispensabili per gli investimenti contratti nei tre anni 1997-1998-1999 dall'Amministrazione uscente, sui quali i consuntivi forniscono dati che non possono essere messi in dubbio. Le impostazioni complessive di quegli anni prevedevano la contrazione di 83 miliardi di mutui, mentre i consuntivi evidenziano contrazioni per 60 miliardi, ma utilizzati, per lavori effettivamente realizzati, solo 21 miliardi (un quarto del preventivo, un terzo del contratto).

La differenza ha nei fatti determinato l'incremento della massa dei residui passivi delle spese di investimento: residui passivi già disponibili dal 1996 per 22 miliardi.

Ancora più preoccupanti si fanno le cose se si guarda ai mutui previsti nel bilancio 2000: sono ben 77 miliardi, ma a fine dicembre 2000, le contrazioni erano arrivate a sole lire 23.226.088.000.

L'utilizzo delle somme destinate al finanziamento delle spese d'investimento segue logicamente la capacità di realizzazione delle stesse con riguardo ai lavori effettivamente realizzati. È un fatto che ha nella logica del bilancio una ciclicità che va tuttavia giudicata sull'accumulo dei residui passivi, che è indubbio sintomo della incapacità di realizzazione dei programmi.

L'obiettivo è quindi quello di smaltire l'ampia massa di residui, portando a conclusione opere ormai da lungo tempo in fase di previsione, nonché di velocizzare al massimo la realizzazione delle nuove opere oggetto di finanziamento.

 

PROPOSTE E SCELTE PER GLI INVESTIMENTI

 

È scontata pertanto la realtà per la quale saranno ereditate, comunque sia, le conseguenze dell'ingolfamento previsionale degli ultimi anni: l'impreparazione ha fatto emergere troppo tardi conoscenze, proposte e scelte, che dovevano essere precalcolate all'avvio del mandato. E così le necessarie azioni si sono ridotte a parole e cifre inutili. Il peso di tale arretrato, pur approfonditamente valutato e selezionato, supererà i 100 miliardi. Tale lavoro di ricalcolo e di riadozione, per un'Amministrazione che parta giustamente preparata, dovrà essere svolto nei mesi di impostazione del bilancio preventivo 2002, con determinazione altresì delle previsioni del triennale degli investimenti (programma opere pubbliche).

L'impostazione degli investimenti, che riguarderà la prossima amministrazione, non potrà che puntare, come si cercherà di dettagliare, a un globale di almeno 150 miliardi nel quinquennio 2002-2006.

Il cumulo dei finanziamenti da reperire si concretizzerebbe quindi complessivamente in circa 250 miliardi.

Cosa che, all'interno di un bilancio normale, si prospetterebbe impossibile. Servirebbe una disponibilità, per la copertura delle quote capitale e interessi, di circa 25 miliardi annui: troppi! L'alternativa è una sola: reperire finanziamenti da altra fonte, pubblica o privata. È una sfida aperta, ma non impossibile. Si cercherà quindi, con la massima diligenza possibile, l'intervento integrativo e motivato, a ogni livello, da UE, Stato, Regione, Enti e privati.

 

La seconda componente indispensabile per una efficace operatività amministrativa è proprio quella del personale. Nel 1995 l'organico era di 1260 dipendenti, nel 1998 è sceso a 1060 unità, nel 1999 a 1039. Le previsioni del 2000 parlano di 944 dipendenti (questi dati sono stati ricavati dalla relazione del collegio dei revisori del Comune).

Il consuntivo 1999 dà una spesa per il personale di 58,5 miliardi che, in previsione 2000, scende a 52,7 miliardi e, nel preventivo 2001, è di 54 miliardi. I dirigenti sono attualmente 24.

Una realtà, quella degli organici, che i meccanismi di informatizzazione e le diverse dimensioni della diretta attività pubblica ne vanno via via contraendo l'incidenza: è la logica dei tempi e sarà la conseguenza derivabile da innovatori riassetti funzionali.      All'attenzione da porre al livello quantitativo dell'organico si lega l'indispensabilità di aggiornare sempre più la qualificazione tecnica e professionale, anche sulla base delle responsabilità di gestione attualmente previste, con particolare riferimento al quadro dirigenziale. In contro tendenza si porrà l'esigenza di potenziare il corpo dei vigili urbani per fronteggiare adeguatamente l'emergenza sicurezza. Lo stesso discorso vale anche per i servizi sociali e per la necessità di commisurare, con ben precise condizioni di merito e di tempi, consulenze e progettazioni esterne.

 

Il reimpiego immobiliare comunale deve essere, per quanto possibile, indirizzato a risoluzione o partecipazione risolutiva di grosse scelte pubbliche a cominciare dalla definizione di operazioni di scambio che favoriscano la realizzazione del nuovo e sostanzialmente unico Palazzo Municipale. Lo stesso deve valere, ove sia opportuno e possibile, per quanto può riguardare lo sviluppo delle strutture universitarie e la necessità di interventi urbanistici, legati ai problemi traffico-parcheggi.

Deve essere superata ogni situazione di trascuratezza manutentoria e gestionale, analizzando, al di là delle collaborazioni già in corso con l'ATC, impostabili e innovabili collaborazioni, con affido di cespiti, a fondi immobiliari pubblici o privati.

Impostazioni di chiara prospettiva devono evitare confuse soluzioni quali quelle in corso e riguardanti l'inammissibile contemporaneità di interventi previsti per il recupero di Palazzo Lualdi, per il reimpiego della recente acquisizione di parte di Casa Della Porta e per la progettata creazione di altra nuova e parziale sede pubblica sull'area ex macello. Sono criteri operativi che, nella loro sovrapposizione, fanno emergere evidenti carenze progettuali e dispersione di mezzi finanziari oltre che di componenti immobiliari pubbliche.

Così come appare inaccettabile una operazione di acquisizione immobiliare come quella di Via Manzoni 8, fatta nel 1997, per poi prevederne in oggi la rivendita: si vedrà a quali condizioni.

Un programma amministrativo serio non può certo trascurare una oculata e non dispersiva gestionale patrimoniale, rendendola strumento qualificato per perseguire un suo ragionato utilizzo a vantaggio della riqualificazione urbana anche in termini di nuove strutture pubbliche.

 

IMPOSTAZIONE DI MEDIO PERIODO

 

Il piano regolatore deve prima di tutto rispondere alla impostazione che lo collega, oltre che alla logica del piano territoriale regionale, anche a quella degli indirizzi territoriali provinciali e, in modo più diretto e immediato, ai Comuni confinanti.

Tale coordinamento operativo dei vari soggetti in causa deve fare emergere un rapporto di collaborazione di parità e convergenza, come chiedono in sostanza i dispositivi di legge.

 

Sotto il profilo del territorio più ampio, si presenta in modo specifico e rilevantissimo la rete infrastrutturale dei collegamenti ferroviari, stradali, autostradali, aeroportuali e portuali. È un contesto, quello che riguarda Novara e il suo spazio circostante, di eccezionale convergenza e rilevanza, che lo condiziona positivamente, ma anche problematicamente e che impone vaste responsabilità pubbliche e decisivi interventi da parte delle rispondenti iniziative imprenditoriali private.

Nella società moderna a questa strutturazione della mobilità, sotto tutti i suoi aspetti, sono fondamentalmente legate anche le classificazioni e le potenzialità di sviluppo socio-economiche. Le responsabilità operative, per tale livello d'impegno, sono dello Stato, della Regione, della Provincia e ad esse si collegano FF.SS. s.p.a., FNM s.p.a., ANAS, AUTOSTRADA TORINO-MILANO s.p.a., SEA e Società di gestione portuali. La positività di tale intreccio strutturale, riconosciuto a ogni livello, sta raggiungendo però, nel suo dilungarsi, per decenni ormai, uno stato di necessità ancora purtroppo bloccato quasi totalmente in termini di sola progettazione.

 

Importantissimo sul piano decisionale è stato il recente incontro tra le delegazioni di Italia e Francia a Torino il 29 gennaio scorso. Di stanziamenti si parla per centinaia di miliardi con tempi di avvio che toccano, al meglio, il 2002. I riferimenti di rilievo riguardano:

l'ampliamento dell'autostrada Torino-Milano;
i collegamenti stradali e ferroviari con Malpensa;
le progettazioni regionali dei collegamenti stradali con la Svizzera e gli interventi di rimodulazione ed elettrificazione del raccordi ferroviario sullo stesso percorso;
la tratta AV/AC Frejus-Torino-Novara;
l'ammodernamento della struttura ferroviaria Genova-Sempione via Novara, con l'esigenza già evidente di aree indispensabili per magazzini e per trattamento merci, a respiro e crescita del CIM e delle attività imprenditoriali collegabili;
alla fine, ma non ultimo certo come importanza, il collegamento con la nuova area fieristica milanese di Rho-Pero.

Il quadro in cui viene a trovarsi Novara è veramente unico, ma in questo contesto deve diventare emergente anche il mondo imprenditoriale novarese, per dare prova crescente e costante della sua funzione indispensabile anche di affiancamento all'azione pubblica.

 

Nello sviluppo del rinnovato piano regolatore generale vanno affrontati doverosi confronti con il PRU e con il PRUSST sia in termini di concordanza e di adeguamenti, quando è necessario, ma anche di possibile contrasto. Nel PRU si muovono pure consistenti dimensioni economiche e finanziarie a realizzazione diretta o controllata di opere pubbliche: c'è lo stanziamento dello Stato per 9 miliardi, uno comunale per 5,2 miliardi, un introito per oneri di urbanizzazione e costi di costruzione di 14,3 miliardi, uno di plusvalore e monetizzazione di 11,5 miliardi. Un insieme di investimenti pubblici, a realizzazione diretta o a scomputo, per oltre 40 miliardi, che non devono certamente imporre vincoli e scelte, ma che vanno pur sempre tenuti in debita considerazione. Particolare riflessione meritano, all'interno del PRU, sia l'avvio della realizzazione del Parco Terdoppio, sia il recupero della Cascina Cascinetta: ne discenderebbero impegni aggiuntivi per ben 18 miliardi.

Ben più problematica è la valutazione del PRUSST sia nelle sue 40 proposte pubbliche che nelle 32 proposte di privati. È un iter, quello del PRUSST, che dovrebbe chiudere i suoi impegni nell'autunno del 2001, con protrazioni legate più che altro alla definizione delle pratiche di progettazione, di finanziamento e di concessione che riguardano gli interventi privati, dai quali possono derivare conseguenti entrare comunali. È un percorso con ancora molte incertezze e con effetti non così chiaramente confrontabili come quelli del PRU.

Tra le grosse scelte che il piano regolatore generale dovrà impostare hanno particolare rilievo le seguenti.

 

L’area del NORD EST è indubbiamente la parte più compromessa e più problematica della città, nella quale, lungo il corso degli anni, sono maturati interventi industriali e residenziali senza tutela della qualità della vita, una zona all'interno e all'esterno della quale ci sta lo sviluppo ferroviario novarese con la Stazione, il Boschetto, l’AV-AC, il CIM e il qualificante parco del Terdoppio. All'attualità vanno indubbiamente superate, ma coordinate, con criteri che ne pareggino le possibilità di riutilizzazione e le dinamiche temporali, aree industriali dismesse, connessioni varie importanti, superamento di grosse carenze ambientali, tra cui, senz'altro emergente, la regolarizzazione fognaria, a cominciare dalla strutturazione della depurazione, la protezione e l'adeguamento qualitativo della componente residenziale, da legare a una responsabile valutazione della sua crescita demografica. Problematici, sul piano urbanistico e sociale, sono gli innesti anomalmente lievitati, derivati dal PEEP EST, sul quale è assolutamente necessario muovere, anche a tempi stretti, tutta una integrazione di strutture che realizzi, con le sue specifiche funzioni, la garanzia particolarmente riguardante le condizioni della sicurezza.

Elemento di significativo peso per tutta la città è in quell'area l'originale impostazione, già prevista da venti anni, del Piano Mercandino, concernente il Parco Terdoppio, per le sue importanti componenti del tempo libero e dello sport. Già dal 1989 si poneva sul tappeto l'esigenza di un globale progetto di fattibilità con conseguenti bandi di concorsi di idee a livello almeno nazionale per la definizione architettonica funzionale delle componenti strategiche del NORD EST. Sono itinerari, cui si è cercato di dare migliore analisi, nel piano di fattibilità impostato dal Comune nel 1992. Il PRU ha messo insieme, nella sua definizione del gennaio 1996 e nella sua rimodulazione, alcuni elementi del Nord Est, con quale successivo importante riadeguamento per quanto riguarda le aree ex Rotondi, ex Wild e del Terdoppio. Oggi questa vasta area urbana arriva al traguardo di un suo inserimento al meglio e in modo molto chiaro nel nuovo piano regolatore, anche alla luce del quadro degli interventi previsti come collegamenti alla struttura dell'alta velocità/alta capacità. Per le variazioni di linea e di stazione delle F.N.M. e per la riutilizzazione delle precedenti occupazioni d'area ci sono già previsioni di complessivi investimenti, fra F.N.M. e privati, per circa 94 miliardi.

Per 90 miliardi sono poi gli stanziamenti, previsti a carico dello Stato, per la risoluzione del nodo ferroviario di Novara. Tale area del Nord-Est, comprensiva del CIM, con il suo prevedibile sviluppo, e del parco del Terdoppio, incide per circa 2.500.000 di metri quadri, con varianti di destinazione che assumeranno un rilevantissimo peso urbanistico anche di livello sovracomunale.

 

Il permanere della seconda struttura ospedaliera del Piemonte in edifici obsoleti, irrazionali, non a norma di sicurezza generale e igienica, situata nel congestionato centro cittadino è paradigmatico della inerzia e della conflittualità che ha impedito sino ad ora la realizzazione di opere strutturali che dessero a Novara il respiro per lo sviluppo cui è chiamata.

È necessario anzitutto chiarire che un nuovo ospedale non è opera di esclusiva competenza cittadina bensì di tutto il territorio e che la nuova struttura deve essere intesa in termini moderni ed avanzati e non come la riedizione in bella copia di quella attuale.

Ciò significa che, secondo modelli europei ed anche italiani, esso deve consistere in un centro di alta specializzazione ed alta tecnologia di natura pubblica affiancato da strutture di degenza e di servizio di natura pubblico-privata.

Il nuovo ospedale non deve essere assorbente delle altre strutture ospedaliere esistenti nella provincia ma integrarsi con esse, secondo principi di sussidiarietà e nella vieta che, anche nell'attuale area ospedaliera, continui a permanere un presidio sussidiario cittadino.

Simile modello pubblico-privato, già proposto dalla Provincia e pervicacemente ostacolato da forze politiche locali, deve essere riproposto ed attuato in stretta collaborazione con Regione, Provincia, Comuni novaresi e forze finanziarie territoriali quali le Fondazioni Bancarie ed Organizzazioni private.

Tema di razionale valutazione sarà poi quello della riutilizzazione dell'attuale area occupata e per la quale occorrerà vagliare bene le possibili nuove utilizzazioni pubbliche o private. Uno spazio di tale rilievo urbano non può non imporre per le sue prospettive criteri risolutivi di alto livello.

La scelta di fondo deve essere: un palazzo o dieci sedi?

La logica funzionale e quella gestionale moderna non dovrebbero lasciare dubbi.

La unificazione dei servizi municipali produce indiscutibili vantaggi: se ne semplifica l'utilizzazione da parte della popolazione, si favorisce l'interazione operativa degli uffici, si realizzano importanti economie di scala. Puntare a una risoluzione di tale progetto all'interno del Centro sarebbe indubbiamente ideale, conservando alla città una continuità storica sia di funzione sia di richiamo. Una analisi approfondita del contesto urbano non potrà che legare una tale soluzione alle vie di accesso, alla disponibilità di parcheggi, alla dignità degli spazi e delle strutture che le facciano da corona ambientale. Problema complesso, ma di possibile soluzione: un'altra svolta di qualità per l'intera città. Importante sarà pure l'aspetto della copertura finanziaria di una tale operazione, con risvolti che coinvolgerebbero sostanzialmente anche l'insieme del patrimonio immobiliare disponibile del Comune.

 

Sono durati, anche in questo caso, per decenni i tempi necessari per arrivare ai più recenti impegno che consentono la concretizzazione di un risultato di tanta importanza. La storia della cultura ha trovato nell'istituzione universitaria l'elemento fondamentale della sua conservazione e del suo sviluppo: oggi poi la crescita costante e rapida delle scienze e del loro impiego, in ogni campo, pone alla società la necessità di sempre più complesse e differenziate preparazioni di specifiche e diffuse professionalità. Importante diventa quindi essere sede organica di tale rete culturale, ma grande dovrà essere l'impegno per crearne e svilupparne le strutture di utilizzazione più diretta così come quelle necessarie alla comunità dei docenti e degli studenti. La città deve far spazio all'Università. Si imporrà quindi il recupero attrezzato di tutta l'area Perrone e il primo nucleo, a servizio degli studenti, contenuto nel progetto finanziario dell'Isolato 37, ma deve essere ormai valutata, nel contesto del nuovo P.R.G., la direzione di sviluppo della città universitaria: caserme, ex ospedale, centro sociale?

C'è un ventaglio i proposte su cui aprire il più atteso confronto, anche dialettico, a cominciare da un rapporto diretto con l'Università stessa. La quale porrà certo anche l'attenzione sul polo tecnologico e di ricerca aperto nella zona di S. Agabio, con convergenze operative, che dovranno unire al meglio anche gli impegni comuni sia degli enti locali che delle forze imprenditoriali.

Come sempre si impone, anche per l'Università sarà necessario definire un quadro di capacità finanziaria che passi dallo Stato, dalla Regione, dagli enti pubblici locali e dalla locale imprenditorialità.

 

Pesante è l'inserimento della rete ferroviaria legata all'alta velocità/alta capacità già sottoscritto dall'Amministrazione in carica: ne deriveranno un impegno, da tentare comunque, per vedere se sia ancora possibile conseguirne minori impatti negativi, specialmente per quanto riguarda l'interconnessione Est.

Preoccupante, per quanto riguarda l'AV/AC, sarà l'incidenza che avranno, sulla vita della città in genere e su alcune zone in particolare, gli anni legati alla realizzazione di tutte le opere che la riguarderanno direttamente e indirettamente: scavi, trasporto materiali, manodopera, servizi e consumi connessi, rispetto dei tempi e dei modi di attuazione dell'intervento nella sua globalità. Attenzione, vigilanza e controllo dovranno vedere l'Amministrazione comunale impegnata in una azione di tutela e di costante monitoraggio. Pari e ancor più delicato e particolare dovrà essere l'impegno amministrativo al fianco dei cittadini e delle proprietà che dall'AV/AC riceveranno le pesanti conseguenze degli espropri, delle rilocalizzazioni e dei danni.

 

Le suddette tematiche sviluppate richiedono infine una valutazione complessiva.

L'impostazione generale del P.R.G. deve rendere veramente adeguati e realizzabili gli standard particolarmente riferibili al verde e ai parcheggi. Un giusto equilibrio andrà definito fra le aree e le strutture con precisi vincoli e indirizzi, e quelle con possibile flessibilità di norme e di interventi, ove possano manifestarsi capacità di iniziativa privata, pur se sottoposte al vaglio della pubblica amministrazione. Il piano regolatore generale è un'attesa di garanzia e tutela dell'uso del territorio urbano, che va soddisfatta, all'interno del quinquennio, con il perfezionamento di ogni formale livello di approvazione.

Di fronte al Progetto preliminare della variante generale del P.R.G. adottato dell'Amministrazione in scadenza, sarà indispensabile verificarne l'esatta impostazione attraverso una conoscenza rimasta all'attualità praticamente impedita.  Si ritiene necessario aprire qualificati pubblici confronti e approfonditi confronti di piena informazione con gli ordini professionali e le categorie interessate.

Importante sarà pure la valutazione delle norme tecniche al fine di realizzare, alla luce di una rispondente visione generale della città e dell'uso del territorio, il conseguente Progetto definitivo.

 

È l'elemento di urbanizzazione primaria oggi meno adeguato allo sviluppo della città e alla legislazione vigente.

La nuova disciplina introdotta dalla c.d. Legge Galli e ripresa dalla Legge Regionale 13/96 istituisce l'Autorità d'Ambito di livello interprovinciale (NO e VCO) con il compito di governare il Ciclo Integrale delle Acque (acquedotti, fognature, depurazioni) con affidamento della gestione a terzi mediante appalti.

L'Autorità d'Ambito, costituita da Province e Comuni, è autonoma e quindi gli Enti Locali non saranno più direttamente interessati alla gestione del servizio.

L'indirizzo politico, che si propone, è di evitare che, attraverso l'affidamento del servizio a terzi, si produca un indiscriminato ed ingiustificato aumento tariffario.

A tal fine occorre favorire l'aggregazione di strutture locali (S.I.N., Consorzi ecc) al fine di creare organizzazioni di livello tecnico e dimensioni tali da proporsi quale soggetto gestore dei servizi in un quadro di integrazione territoriale.

Novara, nel contesto di tale nuovo quadro operativo, dovrà trovare coordinamento e mezzi, per risolvere i gravi problemi che la affliggono, tra cui assolutamente primario quello fognario, il quale necessita di tempestive, opportune e attente opere di razionalizzazione risolutiva.

 

 

PROGRAMMI DI INVESTIMENTO

 

Il centro storico è il punto di riferimento della città: è stato nei tempi il suo punto di impulso, cui vanno ridate rinnovate funzioni di richiamo, di socializzazione e di operatività terziaria. Va quindi realizzato in esso quanto deve restituirgli le sue peculiari attività civiche, culturali e di imprenditoria commerciale e di servizi. Sono impostazioni che devono trovare contemporaneità di iniziative e interventi di parte privata e di parte pubblica. La pubblica amministrazione ha davanti a sé un livello di impegni di grossa dimensione. Ci si deve infatti misurare con il recupero:

di Casa Bossi, del Broletto, del Castello Visconteo-Sforzesco, di Palazzo Lualdi, della Caserma Perrone, del Museo Faraggiana, del Teatro Faraggiana, dell'Istituto Brera, di casa Matteotti, del Museo di casa Rognoni, della Basilica e del Museo S. Gaudenzio, del Teatro Coccia, degli Uffici Giudiziari nelle sedi di Palazzo Fossati e di Palazzo Bellini.

Un carico finanziario complessivo di una ottantina di miliardi, per i quali occorreranno interventi compartecipati da parte dell'Università e della Regione.

 

Il rilevante investimento per le strutture culturali e la conseguente gestione non esclude, come elemento innovativo, la possibilità di ricorrere ad una Fondazione per le attività culturali, ivi compresi i musei, dando alla recuperata Casa Bossi la funzione di Casa della Cultura.

Con riferimento all'investimento culturale non va certamente dimenticata Villa Faraggiana di Albissola Marina, con interventi di manutenzione straordinaria e strutturali finalizzati a migliorarne l'utilizzo e a ricavarne una redditività.

Il livello di tale impegno mostra l'attenzione e l'incidenza che l'Amministrazione dovrà avere per la cultura: uno degli elementi portanti della caratterizzazione della crescita urbana. Si punterà allo sviluppo, cercando di dare impulso con loro alle tradizioni e alle potenzialità vive nel contesto sociale novarese.

Cultura vorrà anche significare dare presenze sempre nuove alla sensibilità cittadina, a quanto occorrerà saper cogliere con competenza e selettività dal mondo teatrale, lirico, musicale, scientifico e artistico. Occorrerà, in termini di sostanziale privilegio, dare sostegno e stimolo a presenze ed aspirazioni che saranno colte da una Consulta in grado di proporre e sostenere iniziative autonome. Cultura non significherà più potenzialità occasionale di spesa, ma ricerca di una sistematicità programmatica di inziative, in grado di catalizzare l’attenzione di tutti su proposte innovative e aggreganti, con particolare attenzione alle istanze dei giovani e al loro coinvolgimento, tramite l’individuazione di spazi liberi di espressione e di incontro e attraverso la ricerca dell’evento.

Dal quadro finanziario suddetto sono esclusi gli interventi da realizzare nel centro storico su strade, delle quali vanno conservate o innovate le caratteristiche, fognature e illuminazione.

Rilevante è altresì il problema-parcheggi, per il quale segnali concreti di collaborazione arrivano dal mondo del commercio. Il PRUSST potrebbe aprire anche un’esemplificazione costruttiva di recuperi di interi isolati. Facendo la sua doverosa parte, il Comune può favorire e partecipare a questo importante momento di concentrata e profonda riqualificazione urbana, collegandovi anche le iniziative riguardanti il nuovo Ospedale e l'unificazione degli uffici comunali.

 

Quello delle opere sociali è un campo dove possono inserirsi soluzioni di project-financing: soluzioni che si fanno ancor più delicate per quanto riguarderà le condizioni gestionali da stabilire. Anche per questi interventi è possibile definire un certo insieme delle esigenze e del finanziamento. Tali esigenze comprendono:

- RSA,

- RSF,

- Centri diurni e residenziali per anziani e portatori di handicap,

- ex De Pagave,

- lascito Martelli,

- Isolato 37,

- edilizia residenziale pubblica con il recupero della Cascina Rasario, 

- manutenzione straordinaria e gestione degli alloggi popolari di proprietà comunale.

Un calcolo approssimativo porta a una complessiva spesa da finanziare di circa 90 miliardi, con un intervento a carico del Comune di circa 7 miliardi, mentre l'importo residuo sarebbe a carico degli operatori privati e finanziabile con intervento della Regione e dell'ATC. Tutto però va accuratamente seguito e spinto in termini di progettazione, di bandi, di appalti, onde evitare quei vuoti operativi che durano già da qualche anno. Sono investimenti che, oltre a rispondere ai bisogni dei diretti fruitori, alleviano le preoccupazioni e gli impegni familiari, con particolare riferimento alla donna della quale si fanno appoggio e sollievo.

 

Nel campo dello sport è doveroso e determinante il diretto impegno pubblico e il sostegno delle federazioni e organizzazioni sportive. Molteplici si sono fatti nel tempo gli interventi tesi a ben valutare, nelle predisposizioni del nuovo P.R.G., sia gli specifici spazi urbanistici sia i contenuti strutturali degli stessi. Pesante si è fatto negli anni una straordinaria incuria manutentiva degli impianti realizzati nel Parco Agogna e nelle varie zone cittadine. Il PRUSST richiama interventi dettagliati per circa 10 miliardi; inoltre 23 miliardi circa sono da prevedere sia per manutenzioni periferiche sia per avviare gli interventi del Parco Terdoppio, che dorme da decine di anni, superando nettamente le ipotesi contenute nella prima impostazione del PRU. Interessante è la proposta privata contenuta nel PRUSST e concernente una vasta area del Parco Agogna, come resta da ben valutare la complessa re-impostazione avvenuta o prevista nelle aree di Via Alcarotti e dintorni. Gli impegni finanziari da prevedere a carico del Comune sono stimabili in circa 26 miliardi.

 

Dal luglio 2000 sono passate alla Provincia le scuole secondarie superiori; a carico del Comune restano ancora grosse incidenze per interventi di manutenzione straordinaria, sia per gli edifici scolastici che per quelli pubblici, di almeno 17 miliardi.

Nel Peep Est vanno verificate le esigenze di interventi sia per la struttura polifunzionale scolastica che per il recupero della Cascina Cascinetta: costo complessivo 12,2 miliardi circa.

Vanno poi aggiunti circa 7 miliardi di altri interventi sul complesso degli altri edifici di proprietà comunale.

Il finanziamento globale necessario è quindi stimabile in circa 37 miliardi.

 

Di rilievo sono le iniziative sulle aree mercatali che durano da almeno dieci anni e che riguardano la rilocalizzazione dei mercati generali in area CIM e il rinnovo delle strutture del mercato coperto di Viale Dante, cui si aggiungono interventi sui mercati rionali. Le spese per questi interventi si aggirano intorno ai 52 miliardi, 17 dei quali a carico del Comune.

 

Per quanto riguarda il verde pubblico e attrezzato si prevedono interventi per almeno 15,5 miliardi sulle aree esistenti oltre ad acquisizioni di aree per una decina di miliardi, con un carico complessivo per il bilancio di circa 25 miliardi.

Per rendere le aree verdi più sicure e più pulite occorrerà dare ad esse maggiore illuminazione e maggior controllo; qualificare le aree per bambini, specialmente come attrezzature e pavimentazioni; curare l'arredo delle aree ad ampia funzione, dare tempestività e qualità alla manutenzione del taglio dell'erba, delle potature e cure degli alberi, della raccolta foglie, della pulizia dei sentieri.

Da segnalare in questa sede la risoluzione del tormentatissimo intervento sull'area ex Bottacchi, lasciato da troppo tempo irrisolto.

 

Gli interventi di natura ecologica, ambientale e strutturale hanno una loro indicazione già prevedibile per fognatura e completamento impianto di depurazione. In sede PRUSST esistono interventi a carico SIN, ASSA, CIM e Regione per complessivi 10 miliardi. Restano da seguire gli sviluppi riorganizzativi che dipenderanno dal Consorzio Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani e dal Bacino idrico comprendente le province di Novara e del VCO. Vanno aggiunti interventi per almeno tre miliardi a perfezionamento della rete dei rilevatori della qualità dell'aria e dell'intensità acustica.

 

Il campo operativo, legato all'integrazione, all'innovazione e alla manutenzione delle strutture della viabilità, dei marciapiedi, dell'illuminazione e degli impianti semaforici, è non solo molto vasto ma di eccezionale continuità. L'elemento primo di spesa riferito a tali interventi è quello attinente alle manutenzioni, che può essere valutato almeno in 30 miliardi nel quinquennio. Opere strutturali sono previste nel PRU per 22 miliardi, mentre il PRUSST contiene previsioni per oltre 47,5 miliardi. Interventi particolari per pubblica illuminazione, semafori, segnaletica, strade e piazze hanno possibilità di incidenza per almeno 20 miliardi circa.

Complessivamente la spesa è di circa 120 miliardi, con finanziamenti vari e possibili per 60 miliardi mentre altrettanti saranno a carico del bilancio comunale.

Rispetto a questi interventi va fatta una considerazione di fondo. Il bilancio corrente dovrebbe incrementare gli stanziamenti per le manutenzioni ordinarie, più limitate ma tempestive, atte a contrarre gli impegni a mutuo per le manutenzioni straordinarie.

 

Il problema-parcheggi sarà soprattutto legato a soluzioni centrali e periferiche da realizzare e gestire in gran parte con il project-financing, ormai largamente invalso attraverso le organizzazioni imprenditoriali e commerciali. Nel PRUSST ci sono già proposte per il centro città con indicazione specifica per l'utilizzazione sotterranea del largo Bellini. L'area Perrone ha pure una previsione di struttura sotterranea per 740 posti. Impostazioni e proposte che dovranno essere oggetto di approfondimento e valutazione in particolare con riguardo alla fattibilità tecnica di interventi sulle aree indicate, evidenziando anche soluzioni alternative. In ordine al problema parcheggi, per la realizzazione e la gestione, vanno tenute in considerazione anche proposte e collaborazioni, eventualmente da attivare con la SUN, per favorire soluzioni di interscambio parcheggi/mezzo pubblico idonee a decongestionare il traffico cittadino.

 

Occorrerà potenziare la rete civica offrendo servizi di collegamento fra enti ed istituzioni presenti sul territorio novarese (Regione, Provincia, Prefettura, Inps, Camera di Commercio). Il sito Internet del Comune di Novara non dovrà più essere soltanto una “vetrina” ma un vero e proprio portale in grado di offrire nuovi servizi al cittadino (informazioni/rilascio di certificazioni e documenti per via telematica). Punti chiave saranno trasparenza, semplicità di consultazione e facilità di accesso a tutti.

 

RIASSETTI FUNZIONALI

 

La svolta realizzativa deve anche darsi gli strumenti idonei a sviluppare al meglio la fase più complessa della concretezza. Vanno quindi definiti con l'adozione di precisi atti consiliari di indirizzo i riassetti funzionali su cui puntare.

 

Cardine del positivo lavoro, che deve investire tutto il quadro organico del personale e l'attività gestionale dello stesso, deve essere, anche per la città di Novara, la nomina di un Direttore Generale, che sappia dividersi fra burocrazia ed efficienza. Una figura in grado di unire alle competenze manageriali conoscenze approfondite del mondo pubblico e delle esigenze degli enti locali, con specifica esperienza acquisita nel campo amministrativo.

Che sappia scuotere ogni ingessamento della gestione pubblica, immettendovi la cultura dell'efficienza e dando il dovuto riconoscimento a chi, nell'organigramma comunale, sappia rappresentare, nell'iniziativa e nella collaborazione, apprezzabili livelli di cambiamento della cultura amministrativa, di merito e di considerazione.

Dovrà derivare dal Direttore Generale la positività del coordinamento degli uffici, la responsabilità piena del piano esecutivo di gestione, da condividere con i dirigenti, individuati secondo criteri di stretta competenza professionale, per il raggiungimento degli obiettivi assegnati. Una qualificata ambizione del raggiungimento dei risultati da parte della dirigenza è condizione essenziale per l'amministrazione comunale per garantire la qualità dei servizi, evitando gli sprechi della cattiva organizzazione e delle disfunzioni, legate a una visione solo burocratica del ruolo. Il direttore generale, in tal senso, avrà il compito di attivare un corretto e puntuale sistema di valutazione dell'operatività dei dirigenti, creando così un indiscutibile nucleo che sappia coinvolgere l'insieme dell'organizzazione nella gestione delle attività comunali.

 

La figura del segretario generale dovrà essere sinergica a quella del direttore generale. Mentre a quest'ultimo compete, come detto, il ruolo gestionale e di coordinamento della dirigenza, il segretario generale dovrà essere il consulente giuridico a tutto campo dell'amministrazione comunale e quindi capace di consiliare l'adozione di atti amministrativi che, nell'indubbia esigenza di osservanza della legge, permettano di attivare procedimenti amministrativi che siano poi il presupposto per il successivo raggiungimento degli obiettivi gestionali del Comune.

 

Ispirare le politiche sociali e del lavoro al principio di sussidiarietà, incentivando l'azione di organizzazioni no-profit quali fornitori di servizi alle persone.

Introdurre uno strumento di concertazione stabile, il patto per il sociale, finalizzato a stabilire priorità di intervento, favorire lo sviluppo di progetti ed azioni locali e sostenere la possibile attuazione. Definire distretti sociali attraverso i quali garantire adeguata e continua presenza sul territorio.

Costituire una rete informativa locale e integrata con analoghi servizi proposti da Province e Comuni d'Italia, finalizzata a fornire servizi informativi su opportunità di lavoro e possibilità di formazione.

 

Riposizionare il settore dei servizi di pubblica utilità nella città allo scopo di renderli coerenti con le mutate esigenze della comunità novarese. Riorganizzare il sistema dei servizi attraverso specifiche strutture, quali società per azioni con l'eventuale ingresso di partner privati, attivi negli specifici ambiti e che siano impostazione unitaria ed organica al complessivo dei servizi stessi.

 

È assolutamente indispensabile, in funzione di una valida gestione del ciclo integrale delle acque, "sbloccare" la s.p.a. Servizi Idrici Novaresi, innestandola a una rispondente sinergia privata. Una società, gestita come è ora dal Comune stesso, è un assurdo giuridico, ma specialmente economico, e uno strumento inidoneo a perseguire le sue potenzialità operative. Va costruito allora, nei tempi più stretti possibili e con attenta valutazione del bene pubblico, una compartecipazione azionaria privata che riporti mezzi finanziari e tecnici atti a dare alla civica amministrazione l'adeguato affiancamento per la risoluzione dei pesantissimi problemi legati alla gestione delle acque, cominciando dalla ristrutturazione della rete fognaria della città. Va guadagnata capacità operativa non limitata al territorio urbano, ma da estendere, se possibile, nell'ambito di bacino.

 

Sun, Assa, Farmacie: sono le tre ex municipalizzate che rispondevano a specifici criteri, ormai largamente superati, di conduzione dei servizi.

È la legge che sta imponendo una vera rivoluzione nel campo dei servizi pubblici. Addirittura si va ormai verso l'obbligo, superato anche il passaggio ad aziende speciali, di trasformazione in società per azioni.

La SUN è già stata trasformata con il 1° gennaio 2001 ed ha un paio di anni di tempo per darsi efficienza ed economicità d'azione, prerogative che le consentano una prospettiva valida per collocarsi sul mercato attraverso gare a livello europeo. Oggi la Sun ha incidenza onerosa sul bilancio comunale di parte corrente, quale corrispettivo del contratto di servizio, di oltre 2 miliardi l'anno, che integrano i contributi regionali e i proventi dagli utenti. Si manifesta l'esigenza che, attraverso un diverso piano gestionale, si possa realizzare una maggiore economicità. Si ritiene che la stessa debba essere ottenuta attraverso la contrazione dei costi in quanto un ricorso a sbilanciare manovre finanziarie per aumentare i proventi può causare "effetto boomerang" ricadenti sulla stessa organizzazione del servizio in termini di efficienza.  Il recupero di economicità va acquisito, realizzando anche sinergie con attività affidabili all'azionista, per favorire la partecipazione, mediante gara a evidenza pubblica, di capitali privati a fronte della cessione di quote sociali.

 

Diversa la situazione dell'ASSA s.p.a. La prossima esigenza di tradurre in tariffa (che non potrà più essere calcolata solo sulla superficie dei locali) ogni costo inerente alla gestione del ciclo dei rifiuti urbani (raccolta, pulizia strade e piazze, trasporto e smaltimento) richiede anche per l'ASSA una riconsiderazione attenta dei costi della gestione, che garantiscano servizi di qualità e una città veramente pulita. Tale riconsiderazione è altresì necessaria per porre l'azienda, trasformata in società per azioni, in condizione di esternalizzare, dal territorio comunale, i propri servizi rendendola competitiva per la partecipazione a gare a evidenza pubblica per l'affidamento dei servizi, almeno nell'ambito del bacino consortile. Il recupero della economicità della gestione aziendale diviene quindi condizione immediata ed essenziale per convincere i Comuni del consorzio a vedere nell'ASSA un soggetto, oltre che tecnicamente, anche per i costi, idoneo per la gestione del servizio. La partecipazione dei capitali privati, attraverso la cessione di quote sociali, diventa condizione per acquisire risorse da finalizzare al miglioramento della struttura operativa, che, finito il regime di garanzia di affidamento del servizio, dovrà essere in grado di affrontare, come detto, il libero mercato. Nel suddetto contesto la partecipazione di parte pubblica al capitale sociale potrà realizzarsi anche attraverso la cessione di quote ad altri enti locali (Provincia e Comuni).

  

Altra ancora è la situazione dell'attuale Azienda Speciale Farmaceutica.

 Diverse sono le possibilità d'impostazione:

legarla al socio-assistenziale comunale con la costituzione di una Istituzione;
realizzare una gestione più redditizia finalizzata a particolari investimenti, come è stato quello della nuova sede Cri;
dismetterle in toto oppure cedere quote di partecipazione al capitale, previa trasformazione in s.p.a.

Indubbiamente anche per le farmacie ogni scelta deve passare, seguendo percorsi già sperimentati da altre amministrazioni comunali, da una corretta valutazione, anche economica patrimoniale, del percorso individuato.

Nel caso di partecipazione di capitali privati, caso sicuramente appetibile, va affidato al privato stesso il management aziendale. Il Comune, con il riservarsi una quota significativa di partecipazione, deve puntare a mantenere acquisito al suo bilancio un livello di risorse pari a quello attuale, finalizzato alla gestione di parte corrente.

Si raggiungerebbe così il doppio risultato di disponibilità, a superamento della contrazione di mutui, per la realizzazione di opere pubbliche e di entrate a copertura della gestione corrente di bilancio.

 

CONCLUSIONI

 

Nel predisporre il programma amministrativo si è cercato di verificare con rispondenza e coraggio i più evidenti bisogni per dare realismo al modo con cui va guardata una città da far crescere e da qualificare.

Normalmente i programmi elettorali si limitano a enunciati di principio e di indirizzo e quindi risultano privi di quella necessaria valutazione che avvicini le idee ai mezzi e che indichi in tempi ragionevolmente certi le realizzazioni possibili. Per questo il taglio d'impostazione, seguito nella preparazione di questo documento, ha voluto basarsi su un'analisi dettagliata delle varie problematiche, per sviluppare quei corretti ed efficaci processi amministrativi finalizzati alla completa attuazione degli interventi progettati.

Problema di fondo resta la ricerca dei mezzi finanziari indisponibili, pubblici e privati. È il percorso più difficile da definire, mancando, al momento, precisa conoscenza sui dati di partenza, quelli riguardanti le esplorate possibilità di derivare finanziamenti da fonte pubbliche e private, adeguamenti trasparenti e dimostrati per un equilibrio gestionale da costruire con il buon senso e senza demagogia. Sotto questo aspetto, saranno misurabili la preparazione, la capacità d'iniziativa, il rapporto costruttivo e onesto con la società tutta da parte di chi si propone per una nuova Amministrazione, che punta soprattutto a tradurre le previsioni in fatti.





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